Slitta la proposta Ue per il bilancio e Recovery fund

Grafica Mes Coronabond.
Grafica Mes Coronabond. (ANSA)

BRUXELLES.  – L’Europa in piena recessione, come certificheranno mercoledì le previsioni economiche di Bruxelles, non ha ancora un piano per risollevarsi.  La proposta su Recovery fund e bilancio pluriennale, che la Commissione europea avrebbe voluto presentare mercoledì, slitta ancora di qualche settimana.

Sulla carta, l’operazione appare un rebus irrisolvibile: la presidente Ursula von der Leyen deve riuscire a comporre un piano che accontenti il Nord e il Sud, i frugali e quelli disposti a investire nel bilancio comune, gli amanti dei vecchi strumenti finanziari e quelli che invece li vogliono innovativi.

La vicepresidente Margrethe Vestager ricorda perché è importante aiutare chi sta indietro non avendo le risorse dei Paesi più forti come la Germania: non è solo questione di solidarietà, ma è per preservare l’equilibrio del mercato unico.

Intanto si lavora ai dettagli tecnici del Mes, a cui venerdì l’Eurogruppo dovrà dare il via libera definitivo. E in vista del’occasione, l’Olanda ribadisce le sue condizioni: monitoraggio e aiuti con scadenze brevi.

La Commissione è alle prese con una trattativa molto complessa con le capitali, che sta richiedendo più tempo del previsto. Inizialmente, dopo il vertice europeo che le aveva chiesto di mettere a punto una proposta di Recovery plan, l’idea era di presentarla assieme alla previsioni economiche di primavera, che mercoledì daranno la misura del profondo rosso in cui precipiterà il Pil 2020 di tutti i Paesi europei.

Alcuni più di altri, con l’Italia da anni fanalino di coda. Ma le marcate divergenze che dividono i 27 hanno rallentato la von der Leyen, che non vuole presentare una proposta non matura, rischiando che venga rigettata.

Quindi la strategia è cambiata: le stime di mercoledì serviranno a mettere pressione sulle capitali, che sperando che l’urgenza della situazione economica li convinca ad ammorbidire le posizioni.

In questo clima che alimenta le divergenze anche economiche, la Vestager cerca di spiegare perché non bisogna prendersela con la Germania, che ha elargito massicciamente aiuti di Stato alle sue imprese.

“È importante per tutti che faccia quello che fa perché in un certo modo agisce come locomotiva. Ma non cambia il fatto che molte altre aziende hanno bisogno, aziende che sono nella stessa catena di valore, e questo è un forte argomento a favore di un forte Recovery plan europeo”, basato “sull’architettura del bilancio Ue”, che è “nota” per la sua capacità di redistribuzione”.

Intanto l’Olanda si prepara al negoziato sul Mes nell’Eurogruppo di venerdì, che dovrà dare l’ok definitivo anche ai dettagli tecnici. E rilancia i suoi paletti: firma di un Memorandum nel quale ci si impegna a usare gli aiuti solo per spese legate alla crisi sanitaria, credito disponibile solo fino alla fine dell’emergenza, monitoraggio delle istituzioni con analisi della sostenibilità del debito del Paese che richiede l’aiuto e maturità dei prestiti più breve dei programmi passati.

(di Chiara De Felice/ANSA)