Caos allenamenti Serie A, le Regioni anticipano il Governo

A Trigoria giocatori della Roma in allenamento in una foto d'archivio.
A Trigoria giocatori della Roma in allenamento in una foto d'archivio. ANSA/CLAUDIO PERI

MILANO. –  Sei calciatori all’ora, solo la mattina e senza tecnici ma con un presidio sanitario d’emergenza, da lunedì il Sassuolo apre il Mapei Football Center per “sedute individuali facoltative”. Da martedì il via libera è anche per quelli del Bologna a Casteldebole, accedendo solo ai campi, rispettando le norme di distanziamento, senza allenatori e senza usare spogliatoi, palestra e uffici. Farà lo stesso il Parma dalla prossima settimana, che riapre il centro di Collecchio. E anche la Roma che ha fissato al 7 maggio la data per la ripartenza a Trigoria.

La Serie A muove i primi piccoli passi dopo oltre due mesi di stop per l’emergenza coronavirus, favoriti dall’ordinanza regionale dell’Emilia Romagna, capofila nell’anticipare a lunedì l’inizio della fase 2 del calcio, previsto per il 18 maggio nei piani del Governo Conte.

E l’effetto domino già c’è stato: l’ha seguita la Sardegna e in serata pure il Lazio di Nicola Zingaretti, segretario del Partito democratico, una delle colonne dell’esecutivo, e un’altra regione a guida Dem come la Campania, ha mandato a Palazzo Chigi un parere favorevole allo svolgimento, con le stesse accortezze, degli allenamenti del Napoli, sollecitando “ad horas la condivisione”.

Lo stesso ministro dello sport, Vincenzo Spadafora, a quanto apprende l’ANSA, ha scritto ieri al comitato tecnico scientifico “di valutare la possibilità di allenamenti individuali” per il calcio. Insomma riaprono i centri sportivi, con la possibilità però che alcune squadre, come quelle emiliane, arrivino con due settimane di allenamenti individuali in più alla ripresa rispetto alle prime avversarie, l’Inter e la Juventus, che fra l’altro ha diversi calciatori all’estero.

Il Napoli invece li ha tenuti tutti in città ed è pronto a richiamarli a Castelvolturno, e lo stesso discorso vale per l’altra squadra che più sta spingendo per portare a termine il campionato, la Lazio. Che adesso, come la Roma, avrà la possibilità dal 6 maggio (i giallorossi lo faranno il giorno dopo) di riprendere gli allenamenti individuai e nelle forme strettamente regolamentate con il via libera da parte della Regione.

Nessuno commenta, qualche squadra potrebbe sollevare questioni, e anche nelle regioni ‘aperte’ la Spal per ora mantiene sospesi gli allenamenti, Oltre alla salute, c’è anche un tema di responsabilità in capo ai club, non solo civile. Il protocollo non ha ancora il via libera del Comitato scientifico del Governo, e la Federcalcio è in attesa di sapere quali aspetti vanno meglio definiti.

Con ogni probabilità, per portare a termine le ultime 12 giornate e mezza, bisognerà accettare il principio che non ci si ferma di fronte a nuovi contagi. Come in Bundesliga, il campionato più vicino alla ripresa, che fa i conti con tre giocatori positivi del Colonia.

“Non ci sono regole speciali per il calcio. Non è vero che in un caso simile in un’altra azienda devono andare tutti in quarantena – ha detto il medico sociale, Paul Klein -. Ci andranno i tre, i loro conviventi e le altre persone che possono aver avuto diretto contatto con i loro fluidi o hanno parlato con loro non a distanza di sicurezza”.

Se la Bundesliga aspetta il verde per giocare, la Serie A è appesa a un filo. Il 18 maggio è considerato il limite ultimo per iniziare le quattro settimane di allenamenti per rimettere in condizione gli atleti, e il 14 giugno per portare a termine il campionato entro il 2 agosto.

Si annuncia decisiva la settimana prossima, fino al Consiglio federale di venerdì. Figc e Lega proseguono la trattativa diplomatica con il Governo. Nel frattempo, difficilmente lunedì Sky, Dazn e Img onoreranno l’ultima rata dei diritti tv della stagione, e i club dovranno decidere in che direzione muoversi.

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