“L’Africa è priva di respiratori”. L’allarme della Comunità di Sant’Egidio

Africa, coronavirus: sanificazione sulle strade di un paese.
Africa, coronavirus: sanificazione sulle strade di un paese. (Frame video ANSA)

ROMA. – La fotografia del contagio da Covid 19 in Africa conta 33.353 casi e 1.471 morti. Numeri in costante aggiornamento e per ora relativamente più bassi rispetto a quelli di altre aree del mondo da più tempo alle prese con la pandemia ma che devono comunque far scattare l’allarme per un continente più fragile, “dove scarseggiano dispositivi di protezione, respiratori e posti letto in terapia intensiva, soprattutto nell’Africa sub-sahariana”.

Lo dice Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, da più di venti anni largamente presente in Africa anche col suo programma Dream a favore dei malati di Hiv. In un incontro in streaming, Impagliazzo ha assicurato che il programma, con i suoi diecimila operatori sul campo, da medici a volontari, molti dei quali donne, è già a disposizione anche nel contrasto del Coronavirus.

“Noi sappiamo che il virus è arrivato in Africa piuttosto in ritardo – spiega -, ci aspettiamo un’onda lunga, un picco dei contagi a partire dalla seconda metà di maggio, bisogna prepararsi perché di fronte a questa emergenza l’Africa non sia lasciata indietro”.

Impagliazzo ha parlato anche di un tasso di mortalità del Covid nel continente attorno al 5%, superiore quindi a quello di altre aree del mondo. Quasi tutti i Paesi africani hanno varato misure più o meno stringenti di lockdown, in 34 di questi esiste anche un coprifuoco di notte.

In questo quadro, però, Sant’Egidio col suo programma Dream (per cui lancia anche una sottoscrizione) è pronta: “Il programma – chiarisce – si è attivato per l’Hiv, per la tubercolosi e per la malaria, malattie contro le quali si applicano contenimenti similari, in particolare tra Covid e tubercolosi perché entrambi si diffondono attraverso i droplets, le famose goccioline.

Dunque, usiamo già il distanziamento e le mascherine, oppure in Guinea già abbiamo utilizzato screening per i malati di ebola simili ai test per l’individuazione del Covid. I nostri operatori sanitari, medici e personale paramedico hanno familiarità con questi equipaggiamenti protettivi, dai camici monouso alle mascherine chirurgiche e ffp2, e con i test”.

Inoltre, aggiunge, “la buona notizia è che i nostri 25 laboratori di biologia molecolare sparsi in dieci Paesi del Continente sono dotati di infrastrutture già in grado di effettuare i test per il Covid 19”.

Il programma Dream ha poi già attuato la protezione degli operatori sanitari e i centri di salute sono forniti di materiale educativo mentre hanno anche già stabilito un triage di ingresso: adeguato lavaggio delle mani, misurazione della temperatura corporea, valutazione rapida dei sintomi e, se positivo, il paziente viene indirizzato al servizio predisposto. Disposta anche la consegna dei farmaci antivirali per i malati di Aids in modo da evitare spostamenti verso i centri e ridurre così i rischi di contagio.

A questo Sant’Egidio aggiunge una distribuzione di cibo e generi di prima necessità tra cui mascherine e gel per contrastare anche il problema sociale oltre a quello sanitario che già riguarda, si sottolinea, “milioni di persone”. Per quanto riguarda la mappa del contagio, “Paesi come il Sudafrica, la Nigeria e il Congo – continua -, che hanno avuto anche contatti con l’estero, hanno subito per primi le conseguenze di questa esposizione”, ma “certo quelli definibili più a rischio sono i più poveri come il Centrafrica che possiede appena tre respiratori, il Burkina Faso con 15 posti in terapia intensiva, e poi i Paesi che accolgono molte persone e rifugiati negli slum come il Kenya dove l’attuazione del distanziamento sociale sembrerebbe impossibile”.

Per questo Sant’Egidio, associandosi all’Oms, si appella anche per un accesso universale alle cure e soprattutto al vaccino quando sarà disponibile: “L’universalità delle cure è il pilastro della nostra presenza in Africa e delle nostre idealità”.

(di Nina Fabrizio/ANSA)

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