Nato il figlio di Boris e Carrie, un raggio di speranza

Il premier britannico Boris Johnson rilascia dichiarazioni a Downing Street a Londra, dopo essere stato curato dal Covid-19, nello scorso mese d'aprile.
Il premier britannico Boris Johnson rilascia dichiarazioni a Downing Street a Londra. Archivio. (ANSA/ EPA/NEIL HALL)

LONDRA.  – Un piccolo segno di speranza fra le angosce del coronavirus, un vagito di vita dopo l’esperienza personale della rianimazione. Boris Johnson è di nuovo papà a 55 anni, con la nascita a sorpresa, a Londra, di un maschietto, il primo con la futura terza moglie Carrie Symonds, 32enne ex coordinatrice della comunicazione del Partito Conservatore.

Il piccolo è venuto alla luce nel pieno della pandemia che sconvolge il mondo, e che nelle settimane scorse ha infettato entrambi i suoi genitori, in un ospedale del servizio sanitario pubblico del Regno (Nhs) di buon’ora, come ha annunciato una portavoce della coppia. In anticipo rispetto alle attese dei media, che si preparavano al lieto evento per giugno calcolando che Carrie fosse al settimo mese di gravidanza; ma comunque in buona salute, assicura Downing Street.

Un raggio di felicità domestica destinato inevitabilmente a diventare fatto pubblico e ad alleggerire, almeno per qualche ora, il peso delle responsabilità e delle polemiche sul primo ministro britannico legate all’emergenza Covid-19: in un Paese arrivato a oltre 160.000 casi e a un numero di morti ufficiali inferiore solo a Usa e Italia in cifra assoluta, impennatosi oltre quota 26.000 con l’aggiunta da oggi, al conteggio giornaliero delle vittime ospedaliere, di quelle sempre più numerose fra gli anziani delle case di riposo.

“Il Primo Ministro e Ms Symonds – ha spiazzato tutti la portavoce a metà mattina – sono entusiasti di annunciare la nascita di un maschietto sano, in un ospedale di Londra. Sia la mamma sia il bebè stanno molto bene”.

Il papà ha assistito al parto con l’emozione di ogni papà, ha fatto poi sapere più tardi l’entourage, ma prenderà “un breve congedo” solo più avanti, ad emergenza superata. Ufficialmente BoJo ha altri 5 figli nati fra matrimoni e relazioni precedenti, ma in effetti non ne ha mai voluto confermarne il numero esatto trincerandosi dietro la privacy.

E secondo alcuni tabloid il neonato potrebbe essere non il sesto, bensì il suo settimo rampollo. Di certo si tratta del terzo fiocco azzurro o rosa a Downing Street negli ultimi 20 anni.

Nel 2000 erano stati Tony Blair e la consorte Cherie a dare alla luce il quartogenito Leo al terzo anno del leader del New Labour da premier; nel 2010 David e Samantha Cameron avevano invece messo al mondo Florence Rose Endellion, a sua volta quarta figlia dell’allora neopremier Tory, incluso Ivan morto nel 2009 a 6 anni per paresi cerebrale.

Immediate e unanimi le reazioni di amici e avversari politici per i rituali messaggi di felicitazioni “a Boris e a Carrie”, in un clima di sollievo generale di fronte a un lieto evento che riecheggia a soli due giorni dal ritorno del primo ministro al lavoro di governo: dopo la prolungata convalescenza seguita al ricovero al St Thomas Hospital, per un contagio da coronavirus sfociato prima di Pasqua in tre drammatiche notti in bilico tra la vita e la morte in terapia intensiva; e condiviso, sebbene in forma più lieve, pure dalla promessa sposa.

“Finalmente una bella notizia”, ha twittato un’oppositrice coriacea come Nicola Sturgeon, first minister independentista della Scozia, indirizzando congratulazioni sincere ai genitori e “auguri di felicità al piccolino”. “É meraviglioso”, ha fatto eco con identico fair play il nuovo leader dell’opposizione laburista, Keir Starmer, costretto a confrontarsi in tono minore anche oggi, nel Question Time del mercoledì alla Camera dei Comuni, col vicario di Johnson, Dominic Raab.

Mentre “congratulazioni e preghiere” non sono mancate dall’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, massimo dignitario della Chiesa anglicana. E naturalmente da casa Windsor, con la Regina Elisabetta in primis.

di Alessandro Logroscino/ANSA)