A rischio caos il Pronto Soccorso per la Fase 2

Chiuso il pronto soccorso dell'ospedale di Codogno
Chiuso il pronto soccorso dell'ospedale di Codogno, 22 Febbraio 2020. Ansa/Matteo Corner

ROMA. – Torneranno a riempirsi e soprattutto a ‘ingolfarsi’ i Pronto Soccorso nella fase due, con un aumento di pazienti non affetti da coronavirus che fino ad ora hanno disertato le strutture di emergenza per timore del contagio.

Questo inversione di tendenza rispetto agli scorsi mesi, nei quali il minor ricorso alle strutture ospedaliere ha portato gli esperti del Centro Cardiologico Monzino a lanciare ad esempio l’allarme per una mortalità quasi triplicata per infarto acuto e per una diminuzione del 40% le procedure salvavita di cardiologia interventistica, potrebbe portare caos nelle strutture di emergenza italiane.

A lanciare l’allarme è la Simeu, Società italiana medicina d’emergenza-urgenza. I medici dell’emergenza-urgenza evidenziano che “percorsi separati e organizzazione delle cure basate sui nuovi modelli studiati per l’emergenza garantiscono ai pazienti di ricevere le cure più appropriate e nel minor tempo possibile”, ma che “tuttavia si rischia una nuova emergenza: tornare alla normalità non può significare tornare alla situazione di sovraffollamento del periodo pre Covid”.

Con un meccanismo a catena, infatti, un lavoro rallentato in Pronto Soccorso, in attesa dei risultati di un tampone per il Covid che attesti la non positività di un paziente da ricoverare in reparto, può portare a un rallentamento dei percorsi e un affollamento delle sale d’attesa, impendendo il rispetto delle distanze di sicurezza.

“Alle strutturali difficoltà di ricovero per la carenza di letti nei reparti di degenza – spiega infatti Simeu – si aggiunge ora la difficoltà da parte dei reparti ad accogliere i pazienti dal pronto soccorso prima dell’esito del tampone che verifichi la negatività al virus Sars Cov 2. Questo fenomeno porta a un rallentamento dei percorsi, creando sovraffollamento in sala d’attesa e nei locali attigui, impendendo il rispetto delle distanze di sicurezza”.

Per Salvatore Manca, presidente della Simeu, problemi si stanno verificando già adesso. “Stanno arrivando da tutta Italia- spiega infatti Manca- numerose segnalazioni su gravi problemi che si stanno verificando nei Pronto Soccorso per l’impossibilità del rispetto delle distanze di sicurezza sia nelle sale di attesa che per i pazienti in attesa di ricovero o sottoposti ad accertamenti clinici.

Un fenomeno in aumento causa anche la richiesta dei reparti di degenza di sottoporre i pazienti al tampone prima del ricovero. Questo fatto mette a nudo, quanto già segnalato dalla Simeu, gravi carenze strutturali della maggior parte dei nostri Pronto Soccorso, amplificati dalla necessità dei percorsi differenziati per la gestione dei pazienti covid e delle altre patologie”.

(Di Elida Sergi/ANSA)

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