Dati Ue spaventano. Conte: “Rischio contagi è concreto”

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte è stato a Lodi e a Piacenza per incontrare i rappresentanti delle istituzioni e del settore sanitario
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte è stato a Lodi e a Piacenza per incontrare i rappresentanti delle istituzioni e del settore sanitario. (Ufficio Stampa Palazzo Chigi)

ROMA. – La risalita dei contagi in Germania e il rinvio dell’apertura delle scuole in Francia sono la prova che il rischio “di contagi di ritorno è molto concreto”. Ecco perché, dopo aver incassato le critiche per la timidezza delle aperture della fase 2, il premier Giuseppe Conte può rivendicare la linea dura scelta, anche sulla base dei dati dell’Iss sul rischio di collasso delle terapie intensive a giugno in caso di ripartenze generalizzate.

“Non abbiamo ondeggiato rispetto ad altri Paesi”, spiega il premier. E aggiunge che riportare al lavoro 4,5 milioni di persone dal 4 maggio è già un rischio: un “rischio calcolato” e con un meccanismo d’emergenza pronto a scattare, con “chiusure mirate” per le aree o anche Regioni dove tornassero a salire i “focolai di contagio”.

“E’ ragionevole invece accelerare dove la curva è più bassa”, propone il Pd. “Dopo il 18 maggio conteranno le differenze territoriali”, spiega Francesco Boccia. La fase 2 è ancora un cantiere aperto: il governo dovrebbe precisare alcune delle norme del dpcm varato domenica per il 4 maggio attraverso “Faq”, risposte a domande frequenti, che diano un’interpretazione autentica delle misure.

La task force di Vittorio Colao si rimette al lavoro per perfezionare le misure confrontandosi con esponenti dei diversi settori produttivi. Già dall’11 maggio potrebbero arrivare le prime novità: si valuta la possibilità di far svolgere messe all’aperto, venendo incontro alle richieste della Cei. Ma anche il Papa invita a “prudenza e obbedienza perché la pandemia non torni”.

E’ l’unica linea possibile per ora, dice Conte nell’incontrare governatori e sindaci della Liguria, della Lombardia, dove va in visita a Lodi e Cremona, e dell’Emilia Romagna, nella città di Piacenza duramente colpita dal virus.

Da Roma lo contestano non solo Fdi, che manifesta davanti a Palazzo Chigi, e Lega, ma anche Matteo Renzi, che accusa il premier di aver “violato la Costituzione con un dpcm, limitando le libertà personali”. L’accusa non velata a Conte è avere avocato a sé pieni poteri: “La libertà viene prima del governo. Quando non succede, sono tempi bui per tutti”, dice il leader di Iv, che dice di non voler rompere con la maggioranza (“Non ora”) ma è sempre più ai ferri corti con Conte.

“C’è libertà di pensiero, a me tocca decidere”, ribatte gelido il premier. “Additare nemici distrae, bisogna lavorare tutti insieme, come a Genova dove la ricostruzione del ponte è un modello dell’Italia che si rialza”, afferma dal capoluogo ligure.

“Serve un clima di concordia”, dice Nicola Zingaretti. La decisione di una fase 2 prudente è stata presa, rivendica il premier, sulla base dello studio dell’Iss che tratteggiava rischi drammatici in caso di aperture generalizzate. Bisogna continuare a essere rigorosi, concordano i Cinque stelle. “Con la riapertura totale avremmo rischiato 151mila ricoveri in terapia intensiva e se siamo imprudenti rischiamo il lockdown in estate”, dice Luigi Di Maio. Le conseguenze sarebbero “incalcolabili”, rincara Federico D’Incà guardando alla risalita dei contagi in Germania.

I rappresentanti degli enti locali continuano a mostrarsi inquieti: si susseguono le notizie di aperture locali, la Lombardia chiede a Conte di accelerare sulle messe e il sindaco di Codogno si dice insoddisfatto dell’incontro con il premier. Il meccanismo che il governo sta mettendo a punto “sulla base di un algoritmo” potrebbe però portare a nuove chiusure. Il Pd propone di premiare le Regioni a più basso contagio accelerando le riaperture ma, guardando alle notizie che giungono dall’estero, appare tutt’alto che improbabile che avvenga il contrario.

(di Serenella Mattera/ANSA)

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