Ira Lega con governo, Figc rilancia “ci ascolti Comitato tecnico scientifico”

Lo stadio della Juventus deserto.
Lo stadio della Juventus deserto. (ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO)

MILANO.  –  Il mancato via libera per il calcio non è affatto piaciuto alla Serie A, mentre la Figc tenta di rilanciare chiedendo l’attenzione da parte del Comitato tecnico scientifico.

La Lega considera il 14 giugno l’ultima data utile per far ripartire il campionato e i club vogliono 4 settimane per rimettere in condizione i calciatori e lo fanno capire bene dopo il consiglio informale in cui è emersa la delusione per il dpcm in cui non sono previste le date di ripartenza del calcio.

E fonti della Lega sottolineano che al governo erano state chieste due date, quella per la ripartenza degli allenamenti e quella per il campionato, e che è stato disatteso un accordo político raggiunto nei giorni scorsi.

Fra i dirigenti dei club circola stupore anche per l’intervento odierno del ministro dello sport, Vincenzo Spadafora che, in una diretta Facebook, esprime perplessità sul protocollo della Figc (“è ancora insufficiente”) e definisce “ridicole le affermazioni di un complotto contro la Serie A, mi muoverò sempre nella consapevolezza che il mondo del calcio va salvato”.

E intanto c’è il forte timore da parte dei club che non arrivi l’ultima rata dei pagamenti delle pay-tv, prevista per il primo maggio. In quel caso, dicono fonti della Lega, verrà dato mandato ai legali di recuperare le somme.

Sono ancora tanti, dunque, i nodi da scogliere per vedere una concreta possibilità per la ripresa della Serie A, il cui consiglio di Lega si è riunito d’urgenza in maniera informale per fare un primo punto della situazione. Il dpcm che ha dato il via libera alla Fase Due non ha certo portato il sereno che tutti speravano e in molti si attendevano. Anzi, ha alimentato la sindrome di accerchiamento.

Trapela un certo nervosismo, delusione e anche sconforto.  Ricominciare il 18 ad allenarsi per poi magari non tornare in campo avrebbe il sapore di una beffa per le società della Serie A: la sensazione è quella di essere semplici spettatori in attesa degli eventi, mentre la tempistica e la road map verso la ripresa ha lasciato più perplessità che certezze.

Alcuni club si sentono infatti penalizzati rispetto agli altri sport individuali, quelli olimpici per intenderci: nuoto, tennis, ciclismo. Il ds della Lazio Tare tuona (“siamo discriminati”), Marco Ferrari – tra i proprietari del Parma – parla apertamente di “primo passo sbagliato”. Altri – tra questi il Milan – preferiscono non alzare la voce ma sorridono all’ipotesi, ad esempio, di mandare i giocatori al parco per delle sedute individuali a distanza: si continuerà, quindi, con gli allenamenti da casa, su tapis roulant, cyclette e con i pesi da sollevare.

Il presidente Gravina ordina di dare un taglio alle polemiche e di fare “gioco di squadra”. Chiede un confronto con il Comitato Tecnico Scientifico per sistemare il “rigoroso protocollo” messo sul tavolo e si dice pronto a “integrarlo e modificarlo”: “L’orizzonte prospettato dal Governo ci consente di ripartire, lavoriamo per farlo in sicurezza. Siamo pronti a recepire le indicazioni dello stesso Comitato, del Coni e riconoscendo l’Fmsi quale riferimento scientifico per armonizzare il tutto. Una volta migliorato, ci potranno essere tutti i presupposti per il via libera definitivo al 18 maggio”.

Il numero uno dei medici sportivi, Maurizio Casasco, apprezza l’assist e si mette a disposizione: “Entreremo nel merito con spirito costruttivo”. E Spadafora ribadisce: “devo scongiurare che ripresa sport possa avere nuovi contagi, dobbiamo poterlo fare rispettando le necessarie regole. Daremo il massimo in modo che tutti si possa riprendere in sicurezza e usufruire del benessere che lo sport consente”.

I tempi restano però strettissimi: l’idea più plausibile resta quella disputare le partite dopo la prima settimana di giugno, con 8 o 9 weekend e 4 o 5 turni infrasettimanali per completare la Serie A entro il 4 agosto. Incognita Coppa Italia: potrebbero non esserci date utili. La priorità è al campionato: lì pende la Spada di Damocle che mette a rischio l’intero sistema. Nel caso in cui Sky, Dazn e Img non pagheranno entro il Primo maggio la rata da 222 milioni di euro non è esclusa un’immediata azione legale su spinta di diversi club.  Quei soldi sono infatti necessari per non far esplodere il sistema.

Le preoccupazioni per la salute dei giocatori sono più che legittime: oltre ad essere più esposti al Coronavirus – l’Inail li ha inseriti tra le categorie più a rischio -, le squadre scenderanno in campo sotto il sole estivo e con pochi allenamenti nelle gambe, ferme da oltre due mesi. Per diminuire il rischio di infortuni, la Fifa ha proposto alla Ifab una deroga al regolamento per consentire cinque sostituzione.

Il mondo del calcio vive nell’entropia con le scelte più disparate: l’Argentina decreta lo stop definitivo, l’Arsenal torna ad allenarsi. L’Italia attende e convoca per l’8 maggio il Consiglio della Figc, con la speranza di avere per allora le idee un po’ più chiare e la situazione più delineata nell’emergenza.

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