Francia: sul ritorno a scuola decidono i genitori

Un cittadino con mascherina visita la Torre Eiffel a Parigi.
Un turista con mascherina visita la Torre Eiffel a Parigi. (ANSA/EPA)

PARIGI.  – “Sul ritorno a scuola decideranno i genitori”. A pochi giorni dalla presentazione del piano di ingresso nella fase 2, il cui avvio è previsto per l’11 maggio, Emmanuel Macron ha incontrato i sindaci di Francia per fare il punto sulla guerra all’epidemia. Nelle dichiarazioni riportate dall’Eliseo, il presidente ha precisato che il progressivo ritorno degli alunni tra i banchi si farà “sulla base della volontà dei genitori e senza obblighi”.

Già il 14 aprile, all’indomani degli annunci di Macron in tv, il ministro dell’Istruzione Jean-Michel Blanquer aveva frenato su un ritorno generalizzato in classe per l’11 maggio. Spiegando, in particolare, che “non tutti” torneranno in aula allo stesso momento e che comunque la scuola “non sarà obbligatoria”.

Ma saranno, appunto, i genitori a decidere per i figli. In questo momento particolare, aveva precisato il ministro, la Francia intende dare priorità a quei giovani che vivono nei contesti sociali più difficili, come le banlieue disagiate, in questi ultimi giorni teatro di tensioni crescenti.

“Bisogna dare priorità ai ragazzi che potrebbero andare alla deriva a causa del confinamento”, avvertiva Blanquer.

Parole in linea con quelle pronunciate oggi dal collega dell’Interno Christophe Castaner, che ha posto l’accento sulle condizioni di vita a volte difficili dei giovani in banlieue. Di qui la speranza che una ritorno a scuola possa contribuire a calmare la situazione.

Dall’Eliseo hanno inoltre fatto sapere che dall’11 maggio “bisognerà probabilmente imporre l’uso della mascherina” nei trasporti pubblici. Escluso invece, come ipotizzato in un primo tempo, lo stop progressivo del confinamento su base regionale.

Il piano di Parigi per l’ingresso nella fase 2 verrà presentato, salvo sorprese, martedì. I dettagli verranno poi illustrati a inizio maggio. S

econdo la presidenza francese, dopo l’11 non ci sarà “alcun problema per spostarsi da una regione all’altra”. Salvo ovviamente un’impennata incontrollata di nuovi contagi.

(di Paolo Levi/ANSA)