Papa Francesco: “E’ allarme povertà e usura. Pandemia sociale”

Papa Francesco durante la Via Crucis in una Piazza San Pietro vuota.
Papa Francesco durante la Via Crucis in una Piazza San Pietro vuota nella la Pasqua 2020. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

CITTA’ DEL VATICANO. – Per papa Francesco esiste anche “un’altra pandemia”, quella “sociale”, con al centro le famiglie rimaste senza lavoro, ridotte sul lastrico, che diventano facili prede degli strozzini. L’allarme lo lancia di prima mattina, nella messa a Santa Marta.

“In tante parti si sentono gli effetti, uno degli effetti, di questa pandemia: che tante famiglie che hanno bisogno, fanno la fame, e purtroppo li aiuta il gruppo degli usurai. Questa è un’altra pandemia, la pandemia sociale: famiglie di gente che ha lavoro giornaliero, o purtroppo lavoro in nero, non possono lavorare e non hanno da mangiare, con figli. E poi gli usurai che gli prendono il poco che hanno”, afferma.

“Preghiamo – aggiunge -, preghiamo per queste famiglie, per quei tanti bambini di queste famiglie, per la dignità di queste famiglie”. “E preghiamo anche per gli usurai – conclude il Pontefice -: che il Signore tocchi il loro cuore e si convertano”.

La denuncia di Bergoglio sulle possibili nuove praterie di conquista aperte dalla pandemia per l’illegalità e l’usura risuona mentre studi economici delineano scenari a dir poco inquietanti, con ben 10 milioni di italiani a rischio povertà.

E la Consulta Nazionale Antiusura ‘Giovanni Paolo II’ “sostiene e rilancia l’appello di Papa Francesco sulla pandemia sociale del Paese, che schiaccia e spinge le famiglie e le imprese più fragili e indifese nella morsa dell’usura”, spiega all’ANSA il presidente, mons. Alberto D’Urso, secondo cui “il Pontefice ha ben intercettato la dilagante piaga socio-economica dell’usura che in questo momento più che mai sta mietendo troppe vittime”.

“Quotidianamente rileviamo richieste di aiuto di ogni genere – osserva D’Urso -. Ci sono i nuovi poveri, i lavoratori precari, a nero, che fanno parte di quella fetta invisibile, sommersa, della popolazione alla soglia della povertà che appena poteva procurarsi il minimo per vivere, e improvvisamente si trova senza un lavoro, un’entrata quotidiana, tentata a mettere in discussione lo stesso scopo della vita. Si tratta di quelle persone che vivono nella zona grigia della società che non è possibile nemmeno censire e intercettare”.

D’Urso ricorda che di recente la Consulta ha inviato al premier Conte delle proposte di emendamenti, ancora non acolte, da inserire nei provvedimenti legislativi: sospensione delle rate dei mutui e dei finanziamenti; sospensione delle procedure esecutive (pignoramenti) fino al 31 dicembre 2020; accesso delle famiglie al fondo di solidarietà antiusura e finanziamento del Fondo di Prevenzione.

“Se si ottiene quanto chiesto – aggiunge -, la condizione dei poveri non sarà ulteriormente aggravata e sarà possibile salvare le molte abitazioni che altrimenti finirebbero nelle mani della malavita”. Intanto oggi, in occasione del suo onomastico – San Giorgio -, papa Jorge Mario Bergoglio anziché ricevere dei doni ha voluto farne uno: la consegna di respiratori e di materiale sanitario quindi mascherine, occhiali protettivi per i medici e gli infermieri, tute per le terapie intensive.

A beneficiarne saranno alcuni ospedali: quello della città di Suceava, in Romania, focolaio di coronavirus nel Paese, dove sono attesi cinque respiratori di ultima generazione; altri due andranno all’ospedale di Lecce, in Italia, e tre a Madrid, in Spagna.

“Un segno bellissimo che cade in questo giorno particolare nel quale il Santo Padre non riceve un regalo ma lo dona agli altri”, dice il cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere apostolico, raccontando a Vatican News dell’imminente consegna che definisce “un abbraccio del Papa in una situazione difficile per tutto il mondo”.

(di Fausto Gasparroni/ANSA)

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