Le lavanderie post Covid si dotano di cabine a ozono

Lavanderie si attrezzano per il dopo Covid-19.
Lavanderie si attrezzano per il dopo Covid-19.

ROMA. – Il futuro per le lavanderie post Covid si chiama cabina ad ozono. Grande come un armadio, 80 centimetri per 65 per 1,70 metri di altezza, è uno spazio a circuito chiuso in grado di agire sulla membrana lipidica del covid-19 e degli altri virus o batteri eliminandoli. E sono già molti anche gli ospedali e le rsa che ne stanno facendo richiesta.

“Siamo bersagliati di domande – spiega Marco Niccolini, direttore della Renzacci Spa, azienda di Città di Castello (Perugia) leader nell’industria del lavaggio dal 1960 e presente in 120 Paesi del mondo – Molte lavanderie ci chiedono le cabine per introdurre all’interno delle loro attività un servizio di igienizzazione e di disinfezione.

Anche dopo la ripartenza il mondo non sarà più lo stesso e il concetto di pulizia sarà sempre più legato al benessere e alla salute. Molte aziende che producono mascherine hanno acquistato le cabine a ozono per immettere sul mercato dpi assolutamente sicuri, ma ci chiedono informazioni anche ospedali ed rsa per la pulizia dei camici, per esempio”.

La lavanderia ‘Lavobio’ di Arezzo pubblicizza sul suo profilo facebook la cabina ad ozono e, per tutto il mese di aprile, offre la sanificazione gratis. Alla lavanderia Adriana di Rimini i clienti sono accolti da un cartello sul bancone che recita: “Per il miglioramento della sicurezza microbiologica si effettua la sanificazione a ozono. Installato il box ozono ad aprile anche alle Lavanderie washing di Gioia del Colle (Bari).

Da Angie si può leggere un video messaggio sulla pagina facebook della lavanderia che si trova a Cassino: “Per il tuo bene e quello della tua famiglia, dopo aver lavorato, non portare i tuoi capi a casa senza sanificarli all’ozono. Con 2 euro sarà possibile la sanificazione integrale e rientri senza alcuna carica batterica”.

La lavanderia Crescenti di Bergamo offre non solo la sanificazione di abiti con l’ozono, ma anche quella di stanze, uffici, studi, spogliatoi e centri sportivi. A Torino Eros Campolo, titolare della lavanderia Iride, dipendenti della Croce Rossa e Forze dell’ordine portano lì i loro capi per sanificarli: “Qui usiamo prodotti a base di alcol e abbiamo scelto di rendere gratuito il servizio a domicilio. Mi sento utile alla società – spiega – soprattutto in questo momento”.

Il Lavatoio di Arona è invece una lavanderia a gettoni: “Igienizziamo ad ogni lavaggio e permettiamo l’ingresso di una persona alla volta. Se il cliente non ha la mascherina, gliela forniamo noi, così come il gel detergente”.

(di Simona Tagliaventi/ANSA)

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