“Studio segreto” e app Immuni, Copasir chiama Speranza e Pisano

Il Palazzo San Macuto, sede del Copasir a Roma.
Il Palazzo San Macuto, sede del Copasir a Roma.

ROMA. – La app Immuni, ma anche lo “studio segreto” messo a punto dal ministero della Salute il 12 febbraio per approfondire i possibili scenari dell’epidemia da Coronavirus: il Copasir vuole vederci chiaro su un’emergenza che ha riflessi sempre più pesanti sulla sicurezza nazionale ed ha chiesto la convocazione dei ministri Roberto Speranza (Salute) e Paola Pisano (Innovazione), oltre che del direttore del Dis, Gennaro Vecchione e del suo vice con la delega al cyber, Roberto Baldoni.

Intanto, attacca il leader leghista Matteo Salvini: “se è vero che questo piano ‘segreto’ è stato tenuto nascosto non solo agli italiani ma anche ai sindaci e ai governatori sarebbe di una gravità inaudita. Qualcuno ne dovrà rispondere”.

Il Copasir si è riunito ed ha deciso – fa sapere il presidente Raffaele Volpi – di chiedere “l’immediata acquisizione” del “documento secretato in ordine all’epidemia da Coronavirus esistente presso il ministero della salute”.

Da parte sua Speranza rivendica lo studio. “E’ un merito – spiega all’ANSA – aver approfondito i possibili scenari e le eventuali azioni da mettere in atto già dal 12 febbraio quando in Italia c’erano 3 casi e il centro europeo per la sorveglianza ed il controllo delle malattie, considerava bassa la possibilità di diffusione del contagio”.

Altro oggetto di esame è l’app Immuni. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, taglia corto: “ci facciamo geolocalizzare anche quando dobbiamo ordinare una pizza con una app – dice – e ora che facciamo una app, facoltativa e senza penali per chi non la usa, scoppia la polemica sulla privacy”.

Per il garante alla Privacy, Antonello Soro, i dati devono essere gestiti “da un’autorità pubblica, trasparente e controllabile” ed inoltre lo strumento sarà utile solo se si fanno i tamponi. Nei giorni scorsi il Comitato aveva valutato la convocazione del commissario straordinario Domenico Arcuri, firmatario dell’ordinanza che stipula il contratto con la società Bending spoons per il software di ‘contact tracing’ da utilizzare su scala nazionale.

Si è poi considerato che Arcuri non aveva avuto un ruolo nella scelta della app, selezionata invece, tra altre 300 proposte arrivate sul tavolo, dal Gruppo di lavoro nominato dalla ministra dell’Innovazione. Da qui la decisione di ascoltare Paola Pisano.

Il Copasir intende accendere un faro sulla composizione societaria della Bending Spoons, con sede a Milano e ben 48 soci, secondo quanto riportato dal Sole 24 ore: tra di loro anche il fondo Nuo Capital, che investe in Italia con capitali cinesi. Come è stato scelto il progetto? In che mani andranno i dati immagazzinati dall’app? Dove verranno conservati?

Il Comitato da tempo batte sulla necessità di alzare l’attenzione sulle possibili interferenze straniere che passano anche dall’impiego di tecnologie. Ecco perché sarà convocato inoltre l’esperto cyber del Dis, Roberto Baldoni, per fare il punto su un allarme che è aumentato con l’emergenza Covid.

Da parte sua la ministra Pisano assicura che “il Governo è tranquillo” riguardo all’azionariato della Bending Spoons: “la società è detenuta per il 90% da 4 imprenditori italiani, è una startup del nostro territorio, e per una piccola quota da soggetti privati e da fondi”.

Più in generale, spiega Volpi, “alla luce delle connessioni evidenti tra la persistenza dell’emergenza del Coronavirus e le implicazioni con la sicurezza della Repubblica”, il Copasir ha deciso di intensificare le proprie sedute. Tra i temi all’attenzione anche i rischi di scalate ostili ad asset strategici del Paese come banche ed assicurazioni, nonché la campagna di fake news sul Covid che vede l’Italia tra gli obiettivi.

Il vicepresidente del Comitato Adolfo Urso (Fdi) chiama in causa Di Maio: “il ministro – osserva – dovrà spiegare al Copasir per quali ragioni l’Italia sul Coronavirus sia apparsa addirittura come un vassallo di Pechino. L’Italia ha ceduto al soft power cinese?”.

(di Massimo Nesticò/ANSA)

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