Coronavirus: ottocento studi lo provano, è lieve per i bimbi

Alcuni bambini giocano in un parco giochi in via Gattamelata a Milano.
Alcuni bambini giocano in un parco giochi in via Gattamelata a Milano. ANSA / MATTEO BAZZI

ROMA. – Il coronavirus appare più clemente con i più piccoli: bambini e under-19, infatti, in genere sviluppano solo sintomi lievi quali febbre o tosse secca, quando non sono addirittura asintomatici. Il contagio avviene soprattutto in famiglia.

La conferma arriva dalla più completa revisione sistematica ad oggi di un vasto numero di casi clinici già pubblicati e rianalizzati da Amelia Licari dell’Università di Pavia. Pubblicata sulla rivista Jama Pediatrics, la revisione è partita da 815 studi pubblicati in Cina sul tema dell’infezione in pazienti pediatrici tra dicembre 2019 e marzo 2020.

Un sottogruppo delle ricerche (18 studi) è stato infine esaminato, per un totale di 1065 pazienti analizzati (444 bambini sotto i 10 anni, 553 di età compresa tra 10 e 19 anni), tutti casi confermati di SARS-CoV-2. Nessun decesso si è verificato tra gli under-10 ed un unico decesso nel gruppo 1019 anni, ma per cause non chiarite.

È emerso che tutta la popolazione pediatrica, indipendentemente dall’età, è meno a rischio di andare incontro a una grave sindrome covid-19 come è per gli adulti: giovani e giovanissimi, nella stragrande maggioranza dei casi, riportano solo sintomi lievi quali febbre, tosse secca, affaticamento, congestione nasale, raffreddore, talvolta sintomi gastrointestinali come nausea, vomito e diarrea; spesso sono invece asintomatici.

La guarigione completa avviene sempre 1-2 settimane dopo l’esordio dei sintomi. L’analisi mostra anche che i bambini acquisiscono il virus principalmente dai genitori o da altri membri della famiglia. Alla radiografia toracica la caratteristica più comunemente riportata è di ispessimento bronchiale e di opacità cosiddette ‘a vetro smerigliato’ (alterazioni visibili all’immagine radiografica), spesso presenti anche nei pazienti asintomatici.

Ciò suggerisce che il virus induce una infiammazione delle basse vie respiratorie. Nella casistica esaminata figura solo un caso grave, quello di un bambino di 13 mesi, fortunatamente guarito dopo ricovero in un reparto di terapia intensiva pediatrica a Wuhan.

“Per quanto ne sappiamo – scrivono gli autori del lavoro – la nostra è la prima revisione sistematica di casi di covid-19 in pazienti pediatrici; la rapida diffusione del virus nel mondo – concludono – determina la necessità di condurre nuovi studi epidemiologici e clinici su questa popolazione di pazienti”.

(di Paola Mariano/ANSA)

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