MILANO – Quel che è fatto è fatto e non serve recriminare ma Alessandra Marzari pretende che la ripresa sia gestita meglio del lockdown. Il presidente del Vero Volley Monza, tra i pochi club in Italia ad aver continuato ad allenarsi finché il dpcm lo ha permesso, compra una pagina sui giornali per pubblicare un messaggio di speranza (“se osserveremo le regole e saremo prudenti ci riprenderemo la nostra vita”) e per rivendicare, nei giorni in cui si valuta se e come far tornare lo sport agli allemanenti, la bontà di una scelta contestata da qualcuno (“ci siamo allenati come prevedeva il decreto e siamo stati bene”.
Una lettera firmata da tutti i tesserati del club, eccezion fatta per Danesi, Di Iulio e Meijners che hanno però mandato una mail a Marzari per applaudire l’iniziativa di cui condividevano i contenuti.
La numero uno di Monza, in una telefonata con l’ANSA, si proietta già in avanti: “Ora dobbiamo pensare al futuro, a come uscire da questa situazione imponderabile. La gente è blindata a casa e sta tremando per la paura: che senso ha riaprire le fabbriche se poi non ripartono i consumi?”.
La disparità di trattamento tra il calcio e le altre discipline la lascia però basita: “É curioso che un solo sport non abbia ancora chiuso, evidentemente il calcio ha delle entrature sul Governo che altri sport non hanno. Ci sta, sono la quarta industria del Paese. Ma il protocollo di garanzia della Figc per la ripresa era attuabile anche per altri sport. Se la gente torna a lavorare perché gli atleti non dovrebbero tornare a giocare? Hanno gli stessi diritti. Se ogni gruppo è sano e tenuto monitorato con tamponi e test sierologici non vedo perché annullare stagioni e campionati”.
Marzari, medico al Niguarda di Milano, immagina di riprendere gli allenamenti – “per chi vorrà” – a giugno e ipotizza “diversi modi” per non giocare a porte chiuse: “Chi si è allenato da noi lo ha sempre fatto volontariamente, io non ho mai obbligato nessuno, nemmeno Serena Ortolani come lei stessa ha ammesso. Nei palazzetti, ad esempio, gli spettatori potrebbero indossare la mascherina, fare il termoscanner all’ingresso e mantenere il distanziamento sociale in tribuna.
L’attività di base potrebbe riprendere quando riapriranno le scuole, con un’attenta sanificazione delle palestre”. I conflitti nati tra FederVolley e leghe per la cancellazione unilaterale della stagione non lasciano certo un’immagine idilliaca e Marzari propone una soluzione shock: “Basterebbe diventare indipendenti e fare un campionato non federale, nontesserando le atlete. Il problema sarebbe mettere d’accordo tutti”. Il problema atavico dell’Italia.