Il ribelle Ozil contesta l’Arsenal: “Niente tagli”

Il calciatore tedesco di origini turche Mesut Ozil.
Il calciatore tedesco di origini turche Mesut Ozil. (ANSA/EPA)

ROMA.  – Riesce sempre a far parlare di sè. Mesut Ozil, 31enne calciatore tedesco di origini turche, centrocampista dai piedi buoni, è tornato a far discutere con una sua presa di posizione controcorrente.

Nel mirino del campione del mondo c’è l’Arsenal, il suo club, che ieri ha stabilito di chiedere ai suoi giocatori, all’allenatore Mikel Arteta e a tutto il personale una riduzione del 12,5% dello stipendio per far fronte ai mancati introiti dovuti alla pandemia in corso.

Hanno aderito tutti, tranne tre giocatori, due dei quali rimasti finora anonimi. Mentre il terzo Ozil appunto, è venuto allo scoperto, dicendosi  “non convinto” della necessità di questa riduzione d’ingaggio, che nel suo caso vale 350 mila sterline a settimana. Ozil, che è il più pagato fra i “Gunners” (il suo contratto si aggirerebbe sui 20 milioni) vuole “prima esser sicuro del reale impatto finanziario della pandemia sulle casse del club”.

Una presa di posizione in controtendenza rispetto a quelle dei calciatori di molti di altri club europei che, magari controvoglia, hanno però accettato senza troppe storie di rinunciare a una parte dei propri, spesso cospicui, guadagni.

Ozil non è nuovo a finire nelle polemiche. Nel dicembre scorso fece  durissimi commenti contro la politica cinese verso la minoranza musulmana degli uighuri nello Xinjiang. Mandando su tutte le furie Pechino, che per ritorsione cancellò sulla tv di Stato la diretta di Arsenal-Manchester City.

Ma il gesto più eclatante di Ozil fu senz’altro la foto ricordo fatta con il presidente turco Erdogan (definito “il mio presidente”), alla vigilia dei mondiali di calcio in Russia; ciò in barba alla nazionalità tedesca del giocatore e al fatto che con la maglia della Germania avesse vinto il Mondiale di Rio nel 2014.

A Angela Merkel e ai tedeschi il gesto non piacque e le quotazioni di Ozil nell’opinione pubblica precipitarono, travolte da una montagna di critiche; piccato, lui annunciò che non avrebbe più giocato con la nazionale tedesca, accusandola di razzismo e ricevendo il saluto del governo turco, che definì quella decisione  il “gol più bello”.

Ma il campione turco ha fatto parlare di sè anche per altri motivi, ad esempio il suo matrimonio principesco nel giugno di un anno fa con l’ex miss Turchia Amine Gulse, testimone di nozze Erdogan: festa senza badare a spese per 15 mila invitati, fra i quali anche molti profughi siriani; tutti i regali dati in beneficenza, più una ricca donazione alla mezzaluna rossa.

Per arrivare oggi: Ozil, campione sfrontato e dallo sguardo perennemente triste, generoso e devotissimo dell’Islam, ancora sotto i riflettori, stavolta per soldi ai quali non intende rinunciare.

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