Governo respinge pressing Regioni, il voto sarà in autunno

Un seggio a Roma, in una immagine d'archivio
Un seggio a Roma, in una immagine del 05 giugno 2016. ANSA/GIUSEPPE LAMI

ROMA. – Regionali in autunno con l’ipotesi di un election day che includa anche il referendum sul taglio dei parlamentari. Con questa road map il governo respinge il pressing di Liguria, Veneto, Campania e Puglia sul voto a luglio e rinvia le amministrative in una finestra elettorale che va dal 15 settembre al 15 dicembre.

“Prima, non ci sono le condizioni di sicurezza”, chiude il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Inca’ al termine di un Cdm che viene seguito da un lungo vertice tra il premier Giuseppe Conte, il sottosegretario Riccardo Fraccaro e i capidelegazione della maggioranza: con sul tavolo – oltre alla conferma dell’accordo sulle nomine alle partecipate – il grande tema che divide governo e Regioni, quello delle riaperture.

Con il decreto elezioni il governo proroga i Consigli regionali in scadenza il 2 agosto di ulteriori tre mesi stabilendo che il voto sarà entro i 60 giorni dalla nuova scadenza degli incarichi. Un ulteriore rinvio, a causa dell’emergenza Covid-19, sarà possibile ma superiore ai tre mesi.

La decisione arriva proprio mentre Giovanni Toti, Vincenzo De Luca, Michele Emiliano e Luca Zaia tornano alla carica per il voto a luglio, ribadendo “la necessità di garantire agli elettori l’inalienabile diritto a esprimersi nei tempi più rapidi possibili”. Ma il problema sicurezza non sta solo nelle elezioni quanto anche nelle settimane precedenti, di raccolta firme per le candidature e di campagna elettorale, spiega D’Inca’ lanciando la sua proposta: “un election day tra settembre e ottobre per risparmiare in termini di tempo e risorse”.

Il Cdm sul rinvio del voto apre quella che, per Conte, sarà una settimana cruciale. Da un lato il difficile lavoro di coordinamento tra task force, governo e enti locali sulla fase 2; dall’altro la partita a scacchi in Ue che vede il premier, in queste ore, alzare la posta in gioco sulla trattativa. Non escludendo neanche un veto dell’Italia al Consiglio del 23, in caso di accordo non soddisfacente.

Domani il capo del governo parlerà prima alla Camera e poi al Senato e l’atmosfera si preannuncia caldissima: con Lega e Fdi la tregua sembra ormai un ricordo mentre il rischio è che, in Aula, si concretizzi quel dissenso del M5S riacceso negli ultimi giorni da Alessandro Di Battista. Sull’accordo sulle nomine e sul Mes la fronda vicina al “Dibba” è pronta a giocarsi il tutto per tutto e punta il dito contro lo stato maggiore del Movimento.

“C’è un problema di democrazia interna, e tentare di nasconderlo non fa che acuirne la presenza”, attacca Giulia Grillo mentre Barbara Lezzi torna a chiedere gli Stati Generali e, fino ad allora, reputa non valida qualsiasi eventuale espulsione. Eppure un intervento dei probiviri potrebbe arrivare, e toccare parlamentari (come Mario Michele Giarrusso) e eurodeputati.

Intanto il M5S balla sui carboni ardenti, sebbene la sortita di Di Battista, nella gran parte dei gruppi parlamentari, abbia scatenato soprattutto irritazione. “Il documento sulle nomine è stato firmato da una trentina di parlamentari su 330…”, osserva una fonte del Movimento.

Il rischio, per l’attuale maggioranza ma soprattutto per il M5S, è che quando dopo il Consiglio europeo Conte chiederà il sì delle Camere su un eventuale accordo il Movimento si spacchi e i voti di FI si rivelino determinanti. Anche per questo, spiega un parlamentare, “Di Battista si è messo in un cul de sac”.

Spetterà soprattutto a Conte rendere la fronda M5S il più sottile possibile. Domani il premier porterà in Aula l’intero pacchetto di aiuti a cui mira l’Italia. Un pacchetto dove il Mes è giudicato strumento non necessario. Ma la partita per gli eurobond è sempre più in salita, e un eventuale Recovery Fund finanziato con debito perpetuo o con bond emessi dalla commissione Ue ha tempi più lunghi del Mes. Unico vero strumento atto a garantire liquidità all’Italia in tempi brevissimi.

(di Michele Esposito/ANSA)

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