Trasporto locale, i nodi da distanziamento a controlli

Bus fermi durante lo sciopero dei trasporti alla stazione Termini, Roma in una foto d'archivio.
Bus fermi durante lo sciopero dei trasporti alla stazione Termini, Roma in una foto d'archivio. (ANSA/ANGELO CARCONI)

ROMA.  – La Fase2 di gestione dell’emergenza coronavirus vedrà dimezzati i passeggeri di bus e metropolitane. Ma sarà impossibile per le aziende di trasporto locale garantire il rispetto delle distanze e aumentare il numero dei mezzi in circolazione per fronteggiare eventuali nuove regole.

Impossibile sarà poi prevedere attività sistematiche di misurazione della temperatura. Bisognerà invece programmare una  riduzione dei flussi di passeggeri “a monte”, concordare accordi territoriali e coinvolgere le forze dell’ordine per controlli che non potranno essere lasciati al personale viaggiante che si limiterà a fare segnalazioni.

A disegnare le esigenze e le difficoltà del trasporto pubblico locale, che è uno dei nodi della ripartenza, è un documento dell’Asstra, l’associazione che riunisce le aziende – sono 930 in Italia – che garantiscono ogni anno il trasporti di 5,4 miliardi di passeggeri e impiegano 12mila addetti. Ecco alcuni dei nodi.

ORARI DIFFERENZIATI E MOBILITY MANAGER: Astra identifica alcune precondizioni per la ripartenza. Necessaria la rimodulazione degli orari di città e territori (dalla scuola alle aziende), ma anche un’incentivazione ulteriore dello Smart working. Alle grandi aziende servirà la figura del mobility manager mentre vanno previsti corsie preferenziali e semafori intelligenti per snellire il traffico.

NUOVI SERVIZI, BUS DEDICATI: Le aziende offriranno poi nuovi servizi “su misura”. Vengono ipotizzati trasporti dedicati, da un terminal ad un punto generatore di traffico (ad esempio un’azienda), ma anche servizi a chiamata per spostamenti individuali e i servizi a prenotazione obbligatoria, tipo executive, da realizzare su alcune linee per saltare le fermate.

OBBLIGO DI MASCHERINE E GUANTI: Sui mezzi pubblici, è scontato, serviranno guanti e mascherine. L’onere spetta ai passeggeri ma le aziende possono installare distributori e dispenser per favorire l’approvvigionamento in prossimità di stazioni e fermate.

I NODI, LA CAPACITÀ DI TRASPORTO: Le società di trasporto avvertono: obbligare al distanziamento attuale comporterebbe riduzioni della capacità di carico “non sostenibili”, visto che non si può “nell’immediato incremento le frequenze per indisponibilità di mezzi e di personale: la produzione di mezzi richiederebbe tempi variabili che vanno dai 18 ai 36 mesi)”. Ci sarebbe una insufficienza di mezzi, pur in presenza di un dimezzamento dei passeggeri.

I NODI: L’AFFLUSSO DI PASSEGGERI: Per questo sono richiesti tavoli territoriali che gestiscano la domanda ma anche misure, che possono attuare le imprese, separando flussi di salita/discesa o entrata/uscita da bus e metro. Percorribile, ma dai costi medio alti, è invece l’introduzione di tecnologie per per segnalare livelli di saturazione, per collegare i mezzi alla centrale operativa, per l’utilizzo di telecamere intelligenti che possano monitorare eventuali assembramenti.

I NODI, I CONTROLLI: Come sempre, poi, le regole richiedono controlli per essere attuata. Asstra parla di lógica di “autotutela”, “soggetta in prima battuta alla responsabilità personale di ognuno” mentre “in seconda battuta la responsabilità dei controlli potrà essere attribuita solo ed esclusivamente alle forze dell’ordine”.

Infatti per le società di trasporto “non è possibile attribuire al personale viaggiante e di stazione” le verifiche: possibile invece fare segnalazioni alle forze dell’ordine. Tra le cose non possibili, infine, Astra indica l’introduzione di termoscan: “non è materialmente attuabile – spiega nel documento – un’attività sistematica di misurazione delle temperatura corporea dei passeggeri”.

(di Corrado Chiominto/ANSA)

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