“Bulls fra coca e donne”, ecco docufilm “Air” Jordan

L'ex asso della Nba e Hall della Fama Michael Jordan piange mentre parla nel memorial del giocatore di Los Angeles Lakers. Kobe Bryant e su figlia Gianna, morti in un incidente aereo.
L'ex asso della Nba e Hall della Fama Michael Jordan piange mentre parla nel memorial del giocatore di Los Angeles Lakers. Kobe Bryant e su figlia Gianna, morti in un incidente aereo. (ANSA/EPA/ETIENNE LAURENT)

ROMA. – La droga, il sesso, e i Chicago Bulls che erano un “circo”. Annunciato e molto atteso dai tifosi di tutto il mondo, ecco il docufilm su Michael Jordan. “Air”, l’asso Nba che é diventato un marchio, oggi ha 57 anni, arrivò nell’Illinois quando ne aveva 21 e – secondo il racconto choc della prima puntata – fu costretto a immergersi in una realtà fatta di eccessi, tabù infranti, regole sovvertite.

Il giovane “MJ” preferì prendere le distanze da quella condizione così opaca, quando sbarcò dalla North Carolina. I suoi primi passi nell’Nba sono svelati dalla prima puntata di ‘The last dance’, la serie tv dedicata al campione,  in onda nella notte italiana.

I primi mesi di Jordan a Chicago sono destinati a far discutere. “Al mio arrivo ai Bulls c’era un gran casino – racconta l’ex stella -: giravano donne e droga. Io ero un “rookie”, ma i veterani della squadra facevano cose mai viste prima”.

L’ambiente non era certo ideale, né facile, per un ragazzo di 21 anni che vuole costruirsi una carriera nel mondo dello sport prof. Dal college in North Carolina, passando per il ‘draft’ Nba del 1984, dove venne selezionato dai Bulls con la terza scelta assoluta, fino ai primi approcci con la squadra.

Un  esordio scioccante per MJ. “Ricordo una volta in precampionato, pensó fosse a Peoria, nell’Illinois – le sue parole -. Ero in hotel e cercavo i miei compagni: ho iniziato a bussare a tutte le porte e sono arrivato davanti a una stanza dove c’era rumore. Sentivo uno che diceva: ‘Shhhh, c’è qualcuno là fuori’. Poi ho udito una voce che chiedeva: ‘Chi è?’ Ho risposto: “MJ”. E hanno detto:”’Accidenti, è solo il novellino. Non ti preoccupare”. Cosí hanno aperto la porta e c’era tutta la squadra: facevano cose che non avevo mai visto in vita mia. C’erano strisce di coca ovunque, tubi di marijuana, donne… Era un circo. Da quel momento sono rimasto solo”.

Jordan ha poi voluto specificare che certi comportamenti non erano da lui: “Non sono andato nei locali, non ho fumato, non ho fatto alcun uso di cocaina e, in quel periodo, non bevevo. Stavo solo cercando di riposare e di essere bravo a giocare a basket”.

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