La Cina corregge dati, 4.632 morti. A Wuhan 50% in più

Personale medico eseguono un test in una strada di Wuhan, Cina.
Personale medico eseguono un test in una strada di Wuhan, Cina. (ANSA/EPA/ROMAN PILIPEY)

PECHINO.  – La Cina corregge i dati e recupera quasi 1.300 decessi “persi” nella più grande emergenza sanitaria dalla nascita della Repubblica popolare del 1949, rischiando di accreditare le critiche in Usa ed Europa sul suo operato nella pandemia.

Critiche, quelle americane, rilanciate dal presidente Donald Trump che dopo il nuovo conteggio ha insistito: “Il numero è molto più alto” anche di quello rivisto ed “è molto più alto di quello degli Usa”. “Non è neppure vicino”, ha detto nel giorno in cui l’America ha superato le 33 mila vittime.

É Wuhan, città da 11 milioni di abitanti e focolaio del Covid-19, ad annunciare a sorpresa l’impennata del 50% dei casi a 3.869, dopo la “revisione conforme a leggi e regolamenti, e al principio di responsabilità verso la storia, le persone e i defunti”. A livello nazionale il conto è di 4.632 morti.

Una mossa, quella dell’Unità di prevenzione e controllo del virus della città, decisa per correggere “segnalazioni errate, ritardi e omissioni” includendo, ad esempio, i decessi nelle case all’inizio della crisi e negli ospedali sopraffatti per la chiara incapacità di curare tutti i pazienti arrivati con i sintomi. Ma è anche benzina destinata ad infiammare i dubbi e i sospetti internazionali sull’affidabilità dei dati forniti e sulla reale gestione della crisi da parte di Pechino, considerando anche le correzioni di rotta improvvise sui criteri di conteggio adottati nei mesi scorsi.

Mentre la pandemia sta flagellando il pianeta e molti Paesi come Spagna e Italia fanno i conti con decessi e contagi multipli di quelli cinesi, pur avendo una frazione della sua popolazione che al massimo sfiora quella della provincia dell’Hubei, di cui Wuhan è il capoluogo.

La Cina è stata trasparente sul Covid-19, senza insabbiamenti di dati o informazioni che “il governo non permetterebbe mai”, ha ribattuto il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian, commentando il riconteggio e assicurando che “la revisione è il risultato di una verifica statistica per garantire l’accuratezza, seguendo una pratica internazionale comune”. Puntualizzazioni giunte all’indomani dei nuovi dubbi arrivati anche dalla Francia con il presidente Macron che ha detto che in Cina “sono successe cose che non sappiamo”.  E dalle parole del ministro degli Esteri britannico, Dominic Raab.

Dagli Usa, intanto, Trump insiste nel non credere alle cifre cinesi, dopo aver attaccato nei giorni scorsi ad alzo zero, mettendo in quarantena i fondi Usa all’Oms perché troppo “filocinese” e poco efficace nella crisi, con il segretario di Stato Mike Pompeo che ha anche rilanciato l’ipotesi di errore umano sul virus, con l’istituto di virologia di Wuhan a qualche chilometro di distanza dal mercato all’aperto dove è stato tracciato il Covid-19.

Zhao ha anche lanciato un appello all’unità, replicando alle critiche. “È inutile discutere di pro e contro sui diversi sistemi e modelli. La massima priorità per tutti i Paesi è unirsi contro la pandemia”, ha aggiunto ritenendo “indispensabile che tutti si uniscano per combattere la pandemia e per vincere la guerra”.

I decessi in Cina sono così saliti di quasi il 39%, a 4.632 unità, dopo la revisione di Wuhan che conta ora 3.869 vittime, pesando per l’83,5% sul bilancio nazionale. Il portavoce della Commissione sanitaria nazionale, Mi Feng, ha ufficializzato le nuove statistiche, aggiornando anche i contagi saliti di 325 unità, a 82.692, con i nuovi casi del capoluogo dell’Hubei.

“Le misure fin qui adottate hanno avuto successo e l’esplosione del contagio è attualmente governabile”, ha potuto annunciare in mattinata il ministro della Salute tedesco, Jens Spahn, a conferma dell’efficacia delle politiche seguite. Negli Stati Uniti, invece, la battaglia sembra ancora molto lunga: i morti sono sopra quota 33 mila, a fronte di contagi registrati prossimi alle 700 mila unità.

(di Antonio Fatiguso/ANSA)

 

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