Protocollo calcio al Governo,”a giugno in campo”

Lo stadio San Paolo di Napoli deserto.
Lo stadio San Paolo di Napoli deserto. (ANSA)

ROMA. – Il fischio d’inizio a fine maggio, al massimo i primi di giugno. Maurizio Sarri sogna di andare a Roma come primo segno di uscita dal “lockdown” anche del calcio, e la meta anzichè turistica ha a che fare con la sede della finale di Coppa Italia, lo stadio Olimpico.

Tutta Italia discute della Fase2, il pallone ha fissato le sue linee guida per la ripartenza graduale e aspetta l’ok del Governo, al quale domani sará consegnato il protocollo stilato dalla commissione medica della Figc.

“Chi vuole lo stop definitivo, non vuole il bene del calcio e degli italiani”, ha ribadito il presidente federale, Gabriele Gravina. “Condivido la speranza del ministro dello Sport Spadafora di poter ripartire il 4 maggio, con tutte le dovute cautele e garanzie – il suo pensiero – Abbiamo elaborato un protocollo sanitario rigido e attento ma flessibile. Serviranno tre settimane di sicurezza, quindi a fine maggio inizio giugno si puó iniziare”.

Anche l’antidoping, per tutto lo sport e non solo il calcio, é pronto: la Nado Italia guidata dal generale Leonardo Gallitelli aveva sospeso tutta l’attivitá col lockdown, tribunali compresi, ora si appresta alla ripartenza a cominciare da controlli “out of competition” quanto prima, per mettere al riparo il mese di “buio” da rischi infrazioni,

“Non vediamo l’ora di ricominciare”, hanno detto in coro solo oggi, nell’ordine, Milinkovic Savic, Badelij, Manolas, Lazzari. Anche a costo di giocare non in sede ma nelle Regioni meno afflitte dal contagio coronavirus, come ipotizzato da Ricciardi.

“Mi auguro che ognuno possa giocare nel proprio stadio: se non sarà possibile troveremo soluzioni alternative”, la conclusione di Gravina.

“Anche la serie B é pronta a seguire il protocollo, ma la spesa é ingente: serve un aiuto da parte della Figc”, dice il presidente del Benevento primatista dei cadetti, Vigorito, aprendo una finestra sul problema. “Si possono utilizzare questi protocolli per tutti i professionisti, ma solo alla Serie A. Ma vi dico di più: ci saranno problemi nel realizzarli anche in Serie A. In Serie B e Serie C ci sono società non attrezzate, vorrei sapere quali sono le società che hanno spogliatoi differenziati, staff medici che possano fare da sanificazione a tamponi. In Serie C a stento si trovano medici di panchina, ma magari molti di loro oggi sono in prima linea per il Covid-19”, l’amara considerazione di Enrico Castellacci, medico dell’Italia campione del mondo 2006 e ora presidente dei medici del calcio.

“Non c’è dubbio che l’allenamento o il gioco di squadra che prevedere contatto fisico tra atleti è un evento che va considerato piuttosto pericoloso – la valutazione di Walter Ricciardi, consigliere del ministro Speranza e collaboratore della commissione Figc – La fattibilità dei sistemi di controllo, è da verificare, ma le proposte sono credibili e sostenibili”.

Intanto l’Uefa si è data appuntamento per fissare le date delle Coppe: al momento l’ipotesi é finale Europa League il 26 agosto, la Champions il 29. “Ora non riesco a concentrarmi completamente sul calcio, ma quando torneremo, sarà una tirata di 15 mesi”, la conclusione di Maurizio Sarri.

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