Lezioni web e interrogazioni, la scuola tiene il passo

Un giovane studente della Scuola Elementare Renzo Pezzani  di Milano svolge alcuni compiti online organizzati dall'insegnante dopo la chiusura delel scuole a causa dell'emergenza coronavirus.
Un giovane studente della Scuola Elementare Renzo Pezzani  di Milano svolge alcuni compiti online organizzati dall'insegnante dopo la chiusura delel scuole a causa dell'emergenza coronavirus. Ansa/Andrea Fasani

ROMA. – Dopo un mese in cui il miglioramento delle formule di smart learning allestite dagli istituti è stato rapido ed evidente, nelle ultime due settimane la situazione si è sostanzialmente stabilizzata. Difficile, a questo punto, immaginare ulteriori cambiamenti di rilievo.

Il bilancio è di tutto rispetto: ormai più di 9 ragazzi su 10, alle superiori, sono stati raggiunti dalla scuola online; qualcosa meno alle medie, comunque oltre l’80%. E’ quanto emerge dal monitoraggio dell’Osservatorio “Scuola a distanza” elaborato dal portale Skuola.net grazie al contributo di 20mila studenti di classi medie e superiori.

Complessivamente sono quasi 150.000 i questionari collezionati da Skuola.net a partire da fine febbraio, quando il lockdown è iniziato nelle regioni del Nord Italia. La vera sfida non riguardava, però, tanto la quantità quanto la qualità degli insegnamenti e degli strumenti utilizzati. Ma la risposta che hanno saputo dare gli istituti, dopo un periodo di adattamento, è stata notevole.

Nelle scuole superiori, oggi, oltre 7 studenti su 10 si collegano con i propri professori sfruttando le piattaforme più evolute (G Suite, Microsoft Teams, ecc.). Ma anche le scuole medie, nonostante siano entrate a pieno regime in leggero ritardo, si stanno allineando: qui i sistemi di ultima generazione raggiungono il 64% degli alunni.

Relegando nelle retrovie il registro elettronico – con le sue funzionalità avanzate – che in un primo momento era sembrato a molti un porto sicuro e che, invece, è ormai adottato da una sparuta minoranza (circa 1 su 5, alle medie come alle superiori). Meno di 1 su 10, infine, deve ancora accontentarsi di mezzi più basici come mail, chat e social network.

Anche i contenuti delle lezioni hanno raggiunto un livello di ‘interattività’ su cui in pochi avrebbero scommesso. Ormai i tre quarti (75%) dei ragazzi più grandi (quasi 7 su 10 alle medie) possono guardare in diretta gli insegnanti mentre spiegano e far loro domande, come se fossero in classe. Solamente in 1 caso su 6 ci si limita a far svolgere esercizi in tempo reale. Quasi impercettibile la quota di quanti sono costretti ad assistere a lezioni registrate o a ricevere consegne ‘da remoto’: sommandoli, siamo nell’ordine dell’8%.

Nella quotidianità degli studenti bloccati in casa dal lockdown sono entrate in pianta stabile persino verifiche scritte e interrogazioni. Il capitolo su cui si è osservata l’accelerazione maggiore nelle ultime settimane. Se, infatti, a fine marzo solo 1 studente su 2 era stato giudicato ‘a distanza’ ora, in media, si oltrepassa la soglia dei 3 su 4; con picchi dell’80% nel triennio conclusivo delle superiori.

Proporzioni destinate a crescere ancora di qui a breve: il ministero dell’Istruzione ha, infatti, ufficializzato la validità dei voti messi online ai fini della media scolastica, aprendo anche alla possibilità che gli alunni terminino l’anno a casa.

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