Dombrovskis apre ai bond comuni: “Servono 1500 miliardi”

Valdis Dombrovskis, il vicepresidente della Commissione europea.
Valdis Dombrovskis, il vicepresidente della Commissione europea. (ANSA/STEPHANIE LECOCQ)

BRUXELLES. – Nella difficile battaglia in corso in Europa per tradurre la solidarietà in fatti concreti, lo schieramento favorevole a trovare formule innovative per sostenere finanziariamente, attraverso un Recovery Fund, i Paesi più in difficoltà segna un punto a suo favore.

Valdis Dombrovskis, il vicepresidente della Commissione europea da sempre annoverato tra i falchi del rigore, ha aperto alla proposta – lanciata dalla Francia e sostenuta anche da Italia e Spagna – per raccogliere sui mercati fino a 1.500 miliardi di euro per sostenere la ripresa.

Un’operazione che potrebbe essere realizzata almeno parzialmente attraverso l’emissione, da parte della Commissione, di titoli comuni garantiti dai Paesi Ue.

“Non c’è nulla di già deciso”, ha sottolineato Dombrovskis in un’intervista pubblicata sul quotidiano economico tedesco Handelsblatt, precisando che “la Commissione non propone i coronabond”.

Ma anche se non li si vuole chiamare così e tanto meno eurobond, certo questi titoli sono una cosa che si avvicina molto all’idea di fare un debito comune per uno scopo specifico e limitato nel tempo. Mantenendo una chiara distinzione da quella mutualizzazione del debito pregresso di cui i Paesi nordici non vogliono sentir parlare neanche come ipotesi.

Del resto anche il vicepresidente della Commissione ha riconosciuto la necessità di fare uno sforzo di fantasia: davanti a una crisi inedita “sta diventando necessario uscire dai vecchi schemi mentali”.

“Dobbiamo definire nel giro di qualche settimana i contorni di un piano per la rinascita”, ha avvertito dal canto suo il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni. Un piano per il quale, ha aggiunto, “immagino una dotazione minima di 1.500 miliardi”: 540 già stanziati con le decisioni prese dall’Eurogruppo e gli altri 1.000 da mettere insieme “facendo leva sul bilancio comunitario e sull’emissione di bond”. Le modalità si devono definire, ma “lì arriveremo”.

Intanto proseguono i contatti tra le cancellerie per preparare il summit tra i leader Ue fissato per il 23 aprile. Un appuntamento su cui sono puntati tutti i riflettori perché sarà cruciale per capire se e come l’Europa sarà in grado di cambiare passo davanti alla più grande sfida di sempre. Le notizie in arrivo dal Fmi sono drammatiche e, ha osservato Gentiloni, “confermano la gravità della crisi in cui ci troviamo”.

Quest’anno il Pil dell’Eurozona dovrebbe scendere del 7,5%, equivalente a un buco da circa 1.000 miliardi di euro. Per contribuire a mettere in campo una potenza di fuoco adeguata, la Commissione si prepara a presentare ai leader Ue una nuova proposta “ambiziosa” per il bilancio Ue 2021-2027: indiscrezioni indicano che dai 1.000 miliardi di cui si è finora discusso si potrebbe arrivare a una cifra molto maggiore.

Di sicuro la Commissione il 23 esporrà le sue idee ai leader europei, i quali si troveranno sul tavolo le quattro proposte già licenziate dall’Eurogruppo (fondo per la Cig Sure, fondo Bei per le imprese, Mes e Recovery Fund) che saranno ulteriormente approfondite nel corso della riunione dei ministri delle Finanze dell’Ue che si terrà sempre in videoconferenza giovedì prossimo a partire dalle 15.30.

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