Coronavirus: il piano degli scienziati per riparire. Test, app e controlli

La strada dei mercati nel 'Quartiere Montesanto' a Napoli in tempo di coronavirus.
La strada dei mercati nel 'Quartiere Montesanto' a Napoli in tempo di coronavirus. ANSA / CIRO FUSCO

ROMA. – Una proposta in 5 punti per riaprire l’Italia arriva da medici, scienziati e Società scientifiche. Il Piano, che prevede un ‘altissimo numero di test’ per gli asintomatici e l’uso di tecnologie su smartphone e con app per la gestione di infetti e contatti è stato pubblicato oggi su Medical Facts, magazine online di informazione scientifica con la direzione di Roberto Burioni.

“Per tornare gradualmente alla nostra vita di sempre, proponiamo la creazione di una struttura di monitoraggio e risposta flessibile (Mrf) dell’infezione da SARS-CoV-2 e, possibilmente in futuro, di altre epidemie”, scrivono gli esperti, fra i quali compare il presidente della Fnomceo Filippo Anelli, Silvestro Scotti, Segretario Generale della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (FIMMG) e Pierluifi Lopalco Professore Ordinario all’Università di Pisa e Presidente del Patto Trasversale per la Scienza (PTS).

Una struttura che operi sotto il coordinamento di Protezione Civile e Ministero della Salute e con il supporto tecnico dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss). Al punto uno, e centrale per affrontare il ritorno alla normalità, proprio la possibilità di eseguire almeno molte migliaia di test a settimana, sia virologici che sierologici, nella popolazione generale asintomatica, con rapidissime procedure di autorizzazione del governo e dai governi regionali, da utilizzare in caso di segnale di attivazione di nuovi focolai.

Il secondo passaggio prevede una struttura di sorveglianza centrale presso l’Iss responsabile sia dell’analisi dei dati in tempo ‘quasi reale’, che della presentazione da parte del Ministero della Salute al governo, al Parlamento e agli organismi sanitari sovranazionali. Necessario – spiegano gli autori della proposta nel terzo punto – il rafforzamento della capacità regionale di sorveglianza epidemiologica, sotto forma di centri periferici di monitoraggio a diffusione capillare sul territorio.

Il contenuto del quarto punto riguarda la necessità di un mandato legale per poter proporre in modo tempestivo e possibilmente vincolante provvedimenti flessibili in risposta a segnali di ritorno del virus, tra cui forme di isolamento sociale (sospensione di attività, eventi sportivi, scuole); gestione di infetti e contatti (implementata anche attraverso l’uso di appropriate tecnologie come smartphones, app, come già sperimentato a Singapore ed in Corea), potenziamento di specifiche strutture sanitarie. Infine, nell’ultimo punto, viene indicata la condivisione della strategia comunicativa con l’Ordine dei Giornalisti, i maggiori quotidiani, le principali testate radio-televisive pubbliche e private, “per evitare danni potenziali dall’allarmismo esagerato o dalla sottovalutazione facilona o addirittura negazionista”.

Per i firmatari della proposta, “il rafforzamento del sistema sorveglianza-risposta a livello sanitario dovrà essere accompagnato da un piano complessivo di limitazione del rischio di attivazione di focolai epidemici nei luoghi di lavoro e nel sistema educativo scolastico, con una profonda ristrutturazione delle procedure e delle attività”.

Gli esperti sottolineano: “Non sfugge come un progetto di struttura di monitoraggio e risposta flessibile rappresenti un investimento significativo di risorse, da implementare nei prossimi quattro-sei mesi”.

(di Silvana Logozzo/ANSA)

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