Gianni Rodari 40 anni dopo, il gioco… per bambini reclusi

La lezione creativa di Gianni Rodari, maestro della fantasia.
La lezione creativa di Gianni Rodari, maestro della fantasia.

ROMA. – Gianni Rodari è morto 40 anni fa giusto oggi (14 aprile 1980) e lo si ricorda aspettando anche le celebrazioni per i 100 anni dalla sua nascita (23 ottobre 1920) e anniversario non poteva cadere meglio per tutti quei genitori reclusi ora in casa con i figli, specie i meno grandi, che magari non sono abituati a gestire, tantomeno in maniera così totalizzante.

Ci sono i suoi deliziosi libri per bambini, dal mitico ”Cipollino” a quelle ”Favole al telefono” che appunto un nonno o un parente rimasto lontano può appunto proporre per cellulare a un nipotino, ma c’è soprattutto la sua ”Grammatica della fantasia”, meravigliosa introduzione all’arte di raccontare, miniera di spunti per sollecitare la fantasia di grandi e piccini.

Ecco, sin di primi capitoli, un primo gioco facile, quello del ”Che cosa accadrebbe se…”, che consiste nel proporre un’ipotesi fantasiosa e curiosa dalla quale ognuno faccia nascere un suo racconto agli altri, genitori e fratelli, magari illustrandolo poi con disegni, potendo andare dal grande esempio kafkiano su Cosa accadrebbe su uno si svegliasse mutato in uno scarafaggio? a Cosa accadrebbe se la vostra città si mettesse a volare o Cosa se il vostro ascensore schizzasse fino alla Luna e così via fantasticando.

E non c’è solo l’idea del gioco, ma, come in un piccolo manuale, anche come hanno reagito i bambini cui è stato sottoposto e come sono stati sollecitati per per spingerli a liberare la loro immaginazione. Lo stesso Rodari spiegava che queste pagine non sono una sorta di ”Artusi delle favole”, ma una guida e un aiuto ”a chi crede nella necessità che l’immaginazione abbia il suo posto nell’educazione; a chi ha fiducia nella creatività infantile; a chi sa quale valore di liberazione possa avere la parola”.

Ed in queste frasi c’è il senso di tutto il lavoro e la vita di quest’uomo. Nato ad Omegna, sul lago d’Orta, rimase orfano di padre a 9 anni, fece studi magistrali e si diplomò maestro nel 1937, insegnando poi in diverse situazioni e scuole elementari sino alla fine della guerra, quando, dopo essere stato partigiano, si impegnò nel giornalismo per ragazzi e poi divenne inviato speciale di ‘Paese Sera’, pian piano dedicandosi alla scrittura delle sue opere, vincendo giusto 50 anni fa il prestigioso premio internazionale H.C. Andersen nel 1970, e impegnandosi con passione in un lavoro di didattica con bambini e insegnanti.

Morì per problemi di cuore alla vigilia dei suoi 60 anni. I suoi racconti fantasiosi e fantastici, sorprendenti e ironici per lui divertivano educando, perché apparentemente quelle sue storie potevano sembrare lontane dalla realtà e invece parlavano proprio di quella alla loro maniera, insegnando a guardarla, capirla, interpretarla per quel che è veramente.

Basta aprire a caso le sue ”Filastrocche in cielo e in terra” o il suo ”Libro degli errori”, per non parlare dell’apologo ”C’era due volte il barone Lamberto” per rendersene conto e capire che rime, ritmi, paradossi, assurdità, manipolazioni delle parole, funambolismi espressivi, strambi personaggi e così via, sono lo strumento per conquistare il lettore e dargli la chiave per arrivare a qualche verità.

Credendo in questo in anni non facili ”ha sempre dovuto battersi come un contadino”, come scrive Ernesto Ferrero, che lo conobbe lavorando alla Einaudi, dove era anche Italo Calvino, che ha scritto: ”poche esistenze furono illuminate da un umore più gaio e generoso e luminoso e costante della sua”.

Rodari, e se ne è avuto davvero coscienza solo da dopo la sua morte, è stato uno dei grandi rivoluzionari intellettuali degli anni ’70 che hanno gettato i semi per cambiare la didattica, per coinvolgere i bambini, quindi per costruire via via un mondo di persone migliori, più aperte, più libere, che era il suo credo e il suo impegno di uomo che aveva fatto la Resistenza e credeva nella democrazia e nella giustizia sociale, come sottolinea uno studioso della letteratura infantile come Antonio Faeti, ricordando che ”Rodari non è facile anche se lo sembra e su di lui c’è sempre da scavare”.

Come un piccolo classico quindi, in cui scaverà con sensibilità, cultura e rigore una studiosa come Daniela Marcheschi, che sta curando il volume dei Meridiani, 1800 pagine con tutto Rodari, in uscita a settembre. Oggi, nella sua cittadina natale, esiste il Parco della Fantasia Gianni Rodari: ”Un incrocio tra storie, immagini, giochi; uno spazio per creare, divertirsi e reinventarsi”, con una Ludoteca, un centro congressi e polo museale con itinerari didattico-interattivi e i Giardini della Torta in Cielo da girare con un trenino che dal centro città porta nei boschi sino a un belvedere sul lago.

Per chi volesse saperne di più è nato il sito 100giannirodari.com con bio-bibliografia, notizie, curiosità, iniziative che certo, ora col Coronavirus, saranno tutte da rivedere, ma da qui al 23 ottobre, come si dice, ”finirà tutto bene”.

(Paolo Petroni/ANSA)

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