Trump vuole riaprire l’America, scontro con Fauci

Una strada deserta e insegna luminosa che avverte di stare a casa a Las Vegas.
Una strada deserta e insegna luminosa che avverte di stare a casa a Las Vegas. (ANSA/EPA)

WASHINGTON.  – “Tempo di silurare Fauci”. Donald Trump vuole riaprire al più presto l’America e lancia la sua minaccia indirettamente, ritwittando un post dell’ex candidata repubblicana alla Camera Deanna Lorraine.

L’avvertimento arriva dopo che il super esperto della task forcé contro il coronavirus ha confermato ad alcuni media Usa che si sarebbero potute salvare molte vite se fossero state prese prima certe misure di distanziamento sociale.

Una minaccia che aleggia per diverse ore, prima che in serata la Casa Bianca getti acqua sul fuoco: “Il chiacchiericcio mediatico è ridicolo. Il presidente non intende licenziare Fauci, che è stato e resta un consigliere fidato del presidente Trump”.

Quella di Anthony Fauci è l’ennesima accusa sui ritardi piovuta nel weekend pasquale contro un presidente sempre più adirato, che tenta inutilmente di difendersi contro i “media fake news”, senza risparmiare neppure la sua amata Fox.

Ma le parole dell’esperto italo-americano che ha lavorato con sei presidenti pesano come macigni. Anche perché, rivela un sondaggio della Monmouth University, oltre un terzo degli americani (35%) lo considera la persona cui dare più fiducia quando cerca informazioni sul Covid-19, contro il 20% di Donald Trump.

Il capo del National Institute of Allergy and Infectious Diseases ha dapprima confermato un articolo del New York Times, secondo cui lui ed altri esperti avevano consigliato a Trump di cominciare le misure di distanziamento sociale in febbraio, dopo i primi allarmi di fine gennaio, quando il tycoon era ancora distratto dall’impeachment e dalla guerra commerciale con la Cina.

Invece furono prese un mese e mezzo dopo. Fauci ha poi confermato alla Cnn che una risposta più forte e tempestiva avrebbe potuto salvare molte vite. Un’osservazione tutto sommato banale, sotto gli occhi di tutti, ma che ha mandato su tutte le furie il tycoon, il quale ha ricordato di essere stato criticato per aver vietato subito i voli dalla Cina e di non aver ricevuto alcun monito dai suoi consiglieri.

Non è la prima volta che l’esperto, sempre in modo diplomatico, lo smentisce, tanto che recentemente il tycoon gli ha impedito di rispondere ad una domanda sull’efficacia di un antimalarico che lui continua a propagandare. Alcuni commentatori di destra e la base del presidente hanno attaccato l’infettivologo, costringendolo ad accettare la scorta.

Il nuovo banco di prova dei loro rapporti sarà quello della riapertura del Paese. Fauci ha aperto ad un graduale riavvio economico da inizio maggio ma basandosi sulla mappa del contagio e sulla disponibilità di test rapidi di massa. Trump ha promesso oggi che la decisione arriverà “a breve” e spetta a lui, “in coordinamento con i governatori e gli imput di altri”.

Il presidente vorrebbe accelerare, i governatori invece frenano, temendo che una riapertura prematura possa rivelarsi un boomerang. “Deciderò sulla base delle opinioni degli esperti sanitari, non dei politici”, ha avvisato il governatore di New York Andrew Cuomo, dopo aver anticipato tuttavia che “il peggio è passato” e la curva sta rallentando: nelle ultime 24 ore sono morte 671 persone, contro le 758 del giorno precedente, mentre calano anche i ricoveri, passati da 2.500 dell’11 aprile a 2.500. I decessi intanto hanno superato quota 10 mila, sugli oltre 22 mila del Paese (559 mila i casi).

Tra questi anche il primo marinaio della portaerei americana Theodore Roosevelt, dopo che il suo comandante è stato rimosso nei giorni scorsi per aver rivelato ai media una lettera in cui sollecitava un’azione più decisa del Pentagono contro la diffusione a bordo del Covid-19.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)