Piñera difende “indulto umanitario” per coronavirus

Il presidente del Cile Sebastian Pinera.
Il presidente del Cile Sebastian Pinera. (ANSA/EPA/ATEF SAFADI)

SANTIAGO DEL CILE. – L’emergenza del coronavirus ha riaperto il dibattito in Cile su un possibile “indulto umanitario” per i detenuti anziani e malati nel carcere di Punta Peuco, dove sono reclusi militari condannati per violazioni dei diritti umani durante la dittatura militare di Augusto Pinochet.

Il presidente Sebastian Pinera difende una iniziativa normativa denominata “Legge umanitaria”, che prevede che prigionieri anziani o malati nel Paese possano ricevere gli arresti domiciliari così da diminuire l’affollamento delle carceri di fronte alla pandemia.

L’iniziativa ha scatenato accese critiche dell’opposizione e di parte dell’opinione pubblica, in quanto la legge favorisce anche i condannati di Punta Peuco.

Il disegno di legge, che era stato presentato nel 2018 e che era rimasto bloccato nel Parlamento, al quale il governo ha posto la massima urgenza di discussione questa settimana, stabilisce una commutazione di pena dal carcere agli arresti domiciliari per tutti i condannati per qualsiasi crimine con età oltre i 75 anni, malati terminali o che hanno scontato più della metà della loro pena in carcere.

“A una persona condannata per violazioni dei diritti umani o crimini di qualsiasi natura che sta morendo, che ha poche settimane da vivere, penso che dovremmo dargli il beneficio di morire a casa”, ha detto Pinera in un’intervista con l’Associazione regionale dei canali televisivi (Arcatel) riportata dal quotidiano El Mercurio.

“Ciò favorirà non solo le persone di Punta Peuco, ma di tutte le carceri del Cile”, ha sottolineato il presidente cileno.

Sull’iniziativa c’è il giudizio positivo dell’organizzazione Human Rights Watch mentre l’Afep, che riunisce i parenti delle persone che sono state giustiziate per motivi politici durante la dittatura, ha espresso parole di condanna sulle affermazioni di Pinera sui detenuti di Punta Peuco.

“Non siamo d’accordo e non accetteremo che vengano liberati a causa della pandemia o perché sono poveri vecchietti”, ha detto la presidente dell’ong, Alicia Lira, in un’intervista a Radio Cooperativa.

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