Giù Iva su mascherine, garanzie imprese fino a 100%

La ministra del Lavoro e Politiche Sociali. Nunzia Catalfo, in conferenza stamp a Palazzo Chigi.
La ministra del Lavoro e Politiche Sociali. Nunzia Catalfo, in conferenza stamp a Palazzo Chigi. (ANSA//FILIPPO ATTILI/CHIGI)

ROMA.  – Iva sulle mascherine che potrebbe scendere al 5% e garanzie per i prestiti alle imprese che saliranno fino al 100%, dopo il via libera Ue al nuovo allentamento delle regole sugli aiuti di Stato. E ancora, raddoppio dei fondi per la cassa integrazione e il sostegno ai lavoratori e risorse, fino a 3 miliardi, per garantire a tre milioni di famiglie che non hanno altri sostegni al reddito.

Il governo prepara il nuovo intervento in due tempi anti-Coronavirus, con un primo decreto che dovrebbe arrivare tra domenica e lunedì con il quale rafforzare le garanzie pubbliche per garantire liquidità alle imprese, comprese la grande industria, che potrebbe contenere anche un nuovo rinvio delle scadenze fiscali, e un secondo decreto attorno alla metà di aprile con cui saranno rifinanziate e rafforzate le misure già prese con il Cura Italia per proteggere lavoratori, dipendenti e autonomi, e famiglie dai danni economici dell’epidemia.

Provvedimento con il quale arriverà anche nuovo sostegno alla sanità e, molto probabilmente, l’Iva agevolata sui dispositivi di protezione individuale, con un intervento che si aggira sui 400 milioni.

Per le imprese il governo pensa a un intervento che, con l’effetto leva, possa liberare fino a 200 miliardi di nuova finanza per sostenere sia le spese sia gli investimenti delle aziende: finora si era ipotizzata una garanzia fino al 90% per credito fino al 25% del fatturato delle imprese, aprendo quindi a una copertura non solo per le Pmi ma anche per la media e grande industria.

Ora, annuncia il ministro dello Sviluppo economico, questa garanzia salirà “al 100%” grazie all’ok Ue al nuovo framework sugli aiuti di Stato (che durerà fino a dicembre 2020), che consente prestiti a tasso zero, garanzie che coprono il 100% del rischio o di fornire capitale fino al valore nominale di 800mila euro per impresa”.

Questo, aggiunge il ministro “può essere combinato anche con gli aiuti “de minimis” (portando l’aiuto per impresa a 1 milione di euro) e con altri tipi di aiuti”, consentendo di assicurare “tutta la liquidità necessaria al nostro tessuto produttivo”.

Un intervento atteso anche dall’Abi che, spiega il presidente Antonio Patuelli, è pronta anche a stringere accordi con i professionisti per una “moratoria” sui prestiti come quella già in atto per le Pmi.

Per dare ulteriore ossigeno alle imprese l’esecutivo sta valutando anche un ulteriore slittamento delle scadenze fiscali, ora fissate al 31 maggio, con un ampliamento della platea non solo alle filiere più colpite ma anche a chi abbia registrato perdite consistenti del fatturato, insieme alla creazione di un fondo per i futuri ristori. E, accanto a questo, si sta ipotizzando anche di abbassare gli acconti delle tasse di giugno-luglio, vista la riduzione di tutte le attività per le misure restrittive di contenimento del virus.

Sarà invece il decreto di Pasqua a occuparsi di aumentare le indennità per gli autonomi, che potrebbero salire da 600 a 800 euro e potrebbero essere confermate direttamente per aprile e maggio, e a rifinanziare anche gli altri ammortizzatori sociali.

Il ministro Nunzia Catalfo, ha parlato di di 15 miliardi – ma si sta ancora valutando se prorogare per altre 9 settimane la Cig o per 4-6 settimane in previsione che, superato il picco, le fabbriche possano iniziare a riaprire – cui si aggiungerà, per chi ora non è coperto, il reddito di emergenza. La titolare del lavoro punta a uno stanziamento di 3 miliardi, che dovrà fare i conti, però, con la definizione della platea e anche con le risorse disponibili.

(di Silvia Gasparetto/ANSA)

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