Stop allenamenti, ma “piano per ripartire da maggio”

Lo stadio San Paolo di Napoli deserto
Lo stadio San Paolo di Napoli deserto. (ANSA)

ROMA. – Il freno a mano è tirato al massimo, ma il mondo dello sport pensa già alla ripartenza, in bilico tra auspici e realismo, nel bel mezzo della pandemia. Il nuovo provvedimento governativo che vieta qualsiasi tipo di allenamento in qualunque impianto sportivo è di fatto il picco della stretta per i professionisti di ogni disciplina, ultimo gradino dopo le porte chiuse, lo stop alle gare, il divieto agli allenamenti di gruppo.

Il successo sul fronte sanitario è inversamente proporzionale agli effetti economici del blocco del Paese e anche lo sport paga il pesantissimo costo sulla propria pelle. Per questo cerca tutti i modi per uscirne al più presto, trovando sponda nell’attività del ministro Vincenzo Spadafora, che ha promesso “un piano straordinario per lo sport, per far ripartire le attività da maggio”.

“Ma per poter ripartire allora – ha sottolineato il ministro – bisogna che a quella data tutte le realtà sportive possano arrivare con le risorse necessarie”. Un impegno sul doppio binario, quindi, economico ed organizzativo, che va portato avanti con la regia del Coni e l’impegno almeno di tutte le principali federazioni.

Pandemia permettendo, il tempo stringe  se si vuole davvero riprende il mese prossimo, come peraltro spera di fare soprattutto il calcio. Ed è proprio con la Figc che Spadafora ha avviato in serata una serie di incontri in videoconferenza con i presidenti delle cinque maggiori federazioni (“per numeri economici, di tesserati e società affiliate”).

Il n.1 del calcio, Gabriele Gravina, cerca di fare il possibile per completare i campionati, soprattutto quello di serie A, chiedendo una sponda al governo. La Lega della massima serie, che si ritrova domani in assemblea, ha da affrontare intanto il nodo del taglio degli stipendi con una soluzione possibilmente condivisa e in accordo con l’Assocalciatori, poi se la vedrà anche con la grana calendari.

Non tutte le società, però, sarebbero d’accordo a terminare la stagione a tutti i costi. Intanto, in Belgio si è praticamente deciso, anche se manca l’imprimatur definitivo, che il campionato si chiuda ora, col Bruges campione. Un esempio, anche se il peso specifico della Pro League è ben diverso da quello della serie A.

Sul calcio e sul giro di denaro che muove anche in favore delle altre discipline è volta quindi la principale attenzione, ma la volontà sembra quella di non voler lasciare indietro nessuno per evitare di aggiungere macerie a macerie.

Spadafora conta di avere da questi incontri – oggi sentiva anche la Fipav, domani il basket, il tennis, e poi ciclismo, nuoto e atletica – materiale utile per decidere come agire anche tenendo conto del dossier che il Coni sta predisponendo.

Il piano è predisporre al più presto non solo “un programma di aiuti economici per le società e i lavoratori”, ma soprattutto “il piano straordinario di rilancio” da attuare non appena sarà possibile riprendere la normale attività. Quello che resta come enorme. Insormontabile interrogativo.

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