Marito e moglie malati insieme, ora sulla nave-ospedale

Le prime autoambulanze sulla nave-ospedale Splendida attraccata nel porto di Genova.
Le prime autoambulanze sulla nave-ospedale Splendida ormeggiata nel porto di Genova. ANSA/LUCA ZENNARO

GENOVA. – Vivono insieme, si sono ammalati insieme e adesso stanno guarendo, insieme. Perché, dicono come un hashtag, solo insieme si sconfigge il coronavirus. Claudio e Anna adesso trascorrono la convalescenza insieme sulla nave ospedale Gnv Splendida ormeggiata in porto a Genova.

La paura per se stessi è passata, adesso comincia la paura per gli altri, “per il mondo che sta fuori, perché questa malattia ti prende all’improvviso”. Claudio è avvocato, Anna lavora in una azienda. Sono entrambi ultra sessantenni. Non si sarebbero mai immaginati quello che è successo.

“Tutto è iniziato il 9 marzo, quando ci siamo presi quella che sembrava un’influenza – racconta Claudio -. Prima mia moglie, subito dopo io. Ci siamo chiusi in casa fino al 15 marzo. Poi le nostre condizioni sono peggiorate all’improvviso: un giorno Anna alle 15 aveva la febbre alta e alle 19 e non rispondeva più. Ho avuto paura perché il peggioramento è stato subitaneo, improvviso”.

Così sono finiti al pronto soccorso dell’ospedale Galliera. “Ci hanno fatto la tac. Io avevo la polmonite, Anna aveva la polmonite bilaterale, la più pericolosa. Ci hanno fatto il tampone, eravamo entrambi positivi al Covid-19”. Claudio è stato portato al quarto piano del Galliera, Anna al terzo piano: “Così ci hanno separati – racconta Claudio – ma per fortuna ci sono i telefonini”.

Claudio si è guardato intorno: c’era gente che stava male, gente che moriva. “No, non mi sono mai sentito solo – ha detto Claudio – perché attorno a me avevo tanta professionalità e tantissima umanità. Guardavo quei medici, quegli infermieri e mi sono sentito tanto orgoglioso di essere ligure, di essere italiano”.

Poi la malattia ha fatto il suon corso. E adesso Anna e Claudio sono di nuovo insieme, sulla nave-ospedale dove dovranno trascorrere la convalescenza. “Ancora non ci rendiamo conto di come abbiamo contratto il virus – dice Claudio -. Sul bus? in un negozio? non abbiamo idea. E’ questo che fa paura. Siamo stati male insieme per una cosa sconosciuta per la quale si poteva morire, siamo stati male all’improvviso, perché questa malattia ti prende alle spalle”.

E poi, dopo, tutto cambia. “cambia il rapporto con la vita. Domani la nostra vita sarà diversa, tutto ciò che era scontato non lo sarà più”. Sulla nave, Claudio e Anna possono stare nella stessa cabina “perché il ceppo del virus è lo stesso per me e per lei”. E la vita è scandita “dalle telefonate dei medici, dalle visite degli infermieri, gente straordinaria”. E dal mare “visto che ci fanno andare sul ponte a respirare l’aria di mare”.

Il progetto di questa nave-ospedale “è una cosa incredibile. Si vede che è stato fatto e pensato con amore. Anche per questo dico che sono orgoglioso di essere ligure e di essere un italiano”. E adesso che la grande paura è passata “pensiamo al mondo là fuori. Cosa mi sento di dire? state attenti perché questo virus ci prende all’improvviso e quando arriva, credetemi, fa male”.

(di Chiara Carenini/ANSA)

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