Coronavirus: prime carenze e accaparramenti farmaci

Un farmacista mostra alcune pillole, in un'immagine d'archivio.
Un farmacista mostra alcune pillole, in un'immagine d'archivio. VIRGINIA FARNETI/ ANSA-ARCHIVIO/ I54

ROMA. – Gli scienziati non hanno ancora la possibilità di attribuire con certezza all’antimalarico idrossicolorochina un’efficacia sicura e totale nel trattamento del Covid-19, ma i risultati al momento sono incoraggianti, specie nel trattamento precoce della malattia. E forse – dicono i medici – proprio perché è un farmaco che dà speranze, ‘tutto il mondo lo vuole’ e nelle farmacie è diventato quasi introvabile.

Non solo, sia dagli ambulatori di base che negli ospedali riferiscono che specie negli ultimi dieci giorni hanno avuto notizia di un accaparramento, anche da parte di cittadini sani che l’hanno acquistato per terrore di ammalarsi.

“Molti assistiti lo hanno detto ai loro medici, hanno comprato nelle farmacie l’idrossiclorochina nonostante non ne avessero bisogno. Specie a Milano e Brescia”, ha raccontato Paola Pedrini, segretario dei medici di famiglia (Fimmg) della Lombardia e medico a Bergamo. “Adesso però è diventato difficile da trovare – ha aggiunto – ne hanno solo le farmacie ospedaliere”.

Stessa situazione in Emilia Romagna: “A Bologna si trova con il contagocce”, ha detto Fabio Vespa, segretario regionale Fimmg. E nelle Marche: “Si è concentrato il farmaco sugli ospedali ed è difficile da trovare in farmacia”, ha spiegato Alessandro Capucci, ordinario di malattie cardiovascolari dell’Università Politecnica.

E la conferma arriva da Federfarma che registra un contingentamento nelle consegne. “L’idrossiclorochina sta iniziando a scarseggiare, oggi il sistema mi dice che è mancante”, ha spiegato Annarosa Racca, presidente di Federfarma Milano.

Ma intanto la notizia che persone sane possano usare l’idrossiclorochina come automedicazione allarma gli esperti, a cominciare dal virolo Roberto Burioni: “I dati di laboratorio sull’efficacia del Plaquenil sono un punto di partenza e non un punto di arrivo. In mancanza di studi clinici è sbagliato assumerlo perché poi non è disponibile per chi ne ha davvero bisogno”.

E avverte: “Non correte a comprarlo e non assumetelo di testa vostra: mentre l’efficacia non è ancora certa, gli effetti collaterali del farmaco sono possibili”.

Dello stesso parere Marcello Tavio, presidente della Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali): “In questo momento è molto alto il rischio del ricorso a terapie fai da te ed è molto preoccupante il fatto che vada a ruba in farmacia l’idrossiclorochina, in valutazione da parte della comunità scientifica ma non è ancora sicuro che funzioni”.

Diversa la situazione nelle farmacie ospedaliere, dove invece il medicinale arriva: “Qui da noi non ne abbiamo quantità eccezionali ma l’idrossiclorochina c’è”, ha confermato Alessandro Grimaldi, direttore dell’unità di malattie infettive dell’Ospedale San Salvatore dell’Aquila, dove i ricoverati per Covid sono una quarantina.

Il farmaco, che i medici usano specialmente come antinfiammatorio nel trattamento dei sintomi da Covid-19, prima che la polmonite diventi grave, era usato normalmente per curare l’artrite reumatoide e il Lupus eritematoso.

Attualmente in Italia l’uso contro il Covid è previsto dalle linee guida della Simit. E’ stata la Francia per prima, con l’ospedale di Marsiglia, ad adottare la terapia a base di idrosiclorochina e azitromicina. In India dal 24 marzo il farmaco antimalarico viene somministrato come profilassi al personale sanitario nei reparti Covid.

(di Silvana Logozzo/ANSA)

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