Inflazione cala, ma prezzi della spesa salgono dell’1,2%

Una anziana paga la frutta acquistata in un mercato a Pisa in una foto d'archivio
Una anziana paga la frutta acquistata in un mercato a Pisa in una foto d'archivio. (ANSA / FRANCO SILVI)

ROMA. – L’effetto dell’emergenza coronavirus si fa sentire subito anche per i prezzi al consumo. A marzo l’inflazione ha registrato un nuovo rallentamento, portandosi allo 0,1%, ma il calo è stato determinato soprattutto dalla frenata dei prezzi dei prodotti energetici e dei servizi, sui quali ha pesato in modo particolare l’onda lunga della pandemia da Covid-19.

E a fronte della diminuzione del carovita, si registra tuttavia un rincaro del carrello della spesa – e dei beni alimentari in particolare – a ritmi che tornano a superare l’1%.

La fotografia preliminare dell’inflazione non poteva non mostrare le prime risultanze dell’emergenza sanitaria e delle misure di lockdown decise dal governo. E anche se l’Istat ammette che queste due circostanze hanno determinato alcune criticità nella produzione degli indici dei prezzi al consumo, e in particolare nella fase di raccolta diretta dei dati, tuttavia gli statistici assicurano che l’impianto dell’indagine, basato sull’utilizzo di una pluralità di canali per l’acquisizione dei dati, ha comunque consentito di ridurre gli effetti negativi dell’elevato numero di mancate rilevazioni.

“Nel difficile contesto dell’emergenza sanitaria, a marzo il rallentamento dell’inflazione registrato con le stime preliminari si spiega con l’inversione di tendenza dei prezzi dei beni energetici non regolamentati, e in particolare di quelli dei carburanti, e con la decelerazione dei prezzi dei servizi (dovuta in larga parte alla straordinaria situazione che sta vivendo il paese)” precisa l’Istat commentando i dati e spiega che “il rallentamento sarebbe stato più ampio se non si fosse verificata contestualmente l’accelerazione dei prezzi dei Beni alimentari”.

Nello specifico, i beni energetici non regolamentati registrano un’inversione di tendenza da +1,2% a -2,7% e i servizi rallentano la loro crescita da +1,0% a +0,6%. Quanto agli energetici, invertono la tendenza i prezzi del gasolio per mezzi di trasporto (da +0,5% a -4,9% in termini tendenziali, -2,9% su base mensile) e quelli della benzina (da +3,7% a -1,3%, -2,5% il congiunturale) e registrano una flessione più marcata i prezzi del gasolio da riscaldamento (da -0,1% a -6,6%, -5,3% rispetto a febbraio 2020). I ribassi dei prezzi di carburanti e servizi, tuttavia, sono stati solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi dei beni alimentari (da +0,4% a +1,2%) e dei tabacchi (da +1,5% a +2,5%).

La stima preliminare dell’inflazione di marzo, effettuata nei primi 20 giorni del mese ed elaborata in un contesto di oggettiva difficoltà per la chiusura di molte attività “è un dato in larga parte atteso, in considerazione del brusco rallentamento dell’economia che ha coinvolto in primo luogo la domanda di energetici e larga parte dei servizi” comenta Confcommercio.

E precisa anche che “era atteso un contenuto aumento dei prezzi degli alimentari legato sia a fattori stagionali sia all’improvviso all’aumento della domanda”. Per i consumatori dell’Unc, invece, la frenata dell’inflazione è una “ottima notizia, ma purtroppo il dato è falsato dall’effetto Coronavirus”, con molte famiglie che, pur avendo le stesse entrate di prima, fanno più fatica ad arrivare alla fine del mese.

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