Coronavirus, un po’ di chiarezza sui termini utilizzati per il virus

Coronavirus
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Il coronavirus Sars-Cov-2 è il virus che fa ammalare della Covid-19, una forma atipica di polmonite.

Sui quotidiani, in tv, sui siti d’informazione, tutti i media usano i termini Coronavirus, Sars-Cov-2, Covid-19.

Con il termine “Coronavirus” si vuole indicare il tipo di virus a cui appartiene quello che sta causando l’epidemia pandemica che il mondo intero si trova a dover affrontare in questi mesi: il nome dipende dalla caratteristica forma “a corona” che hanno i virioni, ossia la forma infettiva del virus, quando vengono osservati al microscopio.

Il termine “Sars-Cov-2” è la sigla per identificare il secondo coronavirus conosciuto dall’uomo “Secondo (2) coronavirus (Cov) in grado di provocare una Sars” acronimo, quest’ultimo, che sta per “Severe acute respiratory syndrome”, e che in italiano indichiamo come sindrome respiratoria grave.

La prima forma di Sars era apparsa per la prima volta in Cina nel novembre 2002 nella provincia cantonese del Guangdong ed era stata identificata per la prima volta dal medico italiano Carlo Urbani, due medaglie alla memoria dallo stato del Vietnam e deceduto a Bangkok il 29.03.2003 a causa del contagio. La prima Sars produsse un’epidemia durata dal novembre 2002 al luglio 2003, determinando 8096 casi e 774 decessi in 17 paesi.

Infine, il termine “Covid-19” è la sigla per identificare la patologia respiratoria laddove “Covi” sta ad indicare il coronavirus, la lettera “D” rappresenta il termine inglese “disease” (patologia, appunto) mentre il numero “19” indica l’anno in cui è stato registrato il primo caso della patologia, trovato il 31 dicembre 2019 nella città di Wuhan, in Cina.

Avv. Raffaele Mandato

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