Il coronavirus dilaga in Ue, in Spagna piú di 10 mila casi in 24 ore

Personale sanitario con tute protettive e mascherine al lavoro nell'unitá di terapia intensiva all'ospedale di Brescia. (ANSA/Filippo Venezia)
Personale sanitario con tute protettive e mascherine al lavoro nell'unitá di terapia intensiva all'ospedale di Brescia. (ANSA/Filippo Venezia)

ROMA.  – Diecimila contagiati in 24 ore in Spagna e oltre 4.000 morti dicono tutto. Non si può più parlare di soglie psicologiche superate o da superare. Il coronavirus sta travolgendo con la forza di uno tsunami le previsioni più azzardate e la strada per sconfiggere il contagio, in Europa,  è tutta in salita.

L’Oms riesce a vedere “segnali incoraggianti” nel Vecchio continente ma il bollettino di guerra dei numeri fa sempre più paura con oltre 250 mila contagi (su oltre 510 mila nel mondo) e più di 15 mila morti. Francia e Gran Bretagna sono in allarme rosso mentre la Germania tenta di contenere il contagio con centinaia di migliaia di tamponi a tappeto.

I casi in Spagna sono passati dai 47.610 di ieri agli oltre 56.100 di oggi e le vittime sono diventate 4.089, secondo il bilancio del ministero della Salute, mentre continuano a fare il giro dei social e delle tv le immagini degli ospedali di Madrid al collasso con i pazienti per terra nei corridoi.

Cerca di rassicurare re Felipe VI che ha visitato oggi l’ospedale da campo da 5.500 posti, modello Wuhan, installato dal Comune della capitale spagnola nell’area di Ifema, la fiera di Madrid.

E spera nel “picco della curva” e nell’inizio della stabilizzazione della pandemia il ministro della Sanità Salvador Illa, secondo il quale negli ultimi sette giorni l’incremento medio del contagio è stato del 20 per cento contro il 40 per cento delle settimane precedenti. Intanto il Congresso spagnolo ha autorizzato fino all’11 aprile l’estensione dello stato di emergenza decretato dal governo.

Partita in ritardo in termini di contagio, ma anche di contenimento, l’epidemia in Gran Bretagna conta oltre 11.000 casi e più di 460 morti, e le previsioni per i prossimi giorni sono allarmanti. “Ci aspettiamo uno tsunami continuo” con “ondate dopo ondate”, ha detto alla Bbc Chris Hopson, numero uno di Nhs Providers, un’associazione che rappresenta i manager del sistema sanitario britannico, parlando di “esplosione della domanda per i pazienti gravi”.

Anche il Regno Unito si attrezza con ospedali da campo.  L’apertura lampo di una struttura da 4.000 posti letto nel quartiere fieristico londinese dell’Excel Centre è importante, ha riconosciuto Hopson, ma potrebbe essere riempita molto velocemente. Intanto il premier Boris Johnson, metabolizzato il pericolo e dimenticata rapidamente l’immunità di gregge, ha comunicato al vertice virtuale del G20  uno stanziamento record di 210 milioni di sterline per un fondo ad hoc che farà della Gran Bretagna “il primo contributore al mondo” nella ricerca di un vaccino.

Parigi, l’Ile-de-France, il Grand-Est e la Loira sono le regioni più contagiate della Francia che deve sommare alle quasi 30 mila persone con tampone positivo più di 40 mila casi rilevati dai medici di base e raccolti con il sistema di sorveglianza sanitario Sentinelles istituito il 17 marzo.

I morti sfiorano i 1.700. A tempo di record è arrivato il via libera alla prescrizione sotto rigide condizioni dell’antimalarico idroclorochina e dell’associazione lopinavir/ritonavir ai pazienti ricoverati negli ospedali. Per alleggerire il carico sulle strutture sanitarie più in difficoltà in Alsazia, è stato attrezzato anche un treno-ospedale. É un Tgv, il treno ad alta velocità francese, che ha evacuato 20 pazienti in rianimazione verso la regione della Loira.

I numeri record dei tamponi sono la misura che ha messo in campo la Germania per contenere i contagi ma soprattutto le vittime, avendo in questo modo la possibilità di identificare e isolare rapidamente i casi. Circa 500 mila test a settimana hanno fatto sì che su quasi 40 mila contagiati le vittime siano poco più di 200.

Il Covid-19 si estende a macchia d’olio anche nella piccola Svizzera che conta ormai più di 10 mila positivi e oltre 160 morti mentre la Russia, finora relativamente al riparo, vede salire i casi da 658 a oltre 800 in 24 ore e prende misure drastiche: stop a tutti i voli internazionali dopo il fermo di ieri delle attività non essenziali e l’invito a stare a casa.

Intanto, a Strasburgo, scende in campo il Consiglio d’Europa con l’invito a tutti gli Stati membri a “liberare quante più persone possibile dai centri di detenzione per migranti, come hanno già fatto tra gli altri Belgio, Spagna, Olanda, Regno Unito”.

Distanza di sicurezza e misure protettive non sono possibili in questi centri, avverte la commissaria Dunja Mijatovic. E altri focolai sono l’ultima cosa di cui l’Europa ha bisogno.

(di Eloisa Gallinaro/ANSA)