Stop lotterie costerà allo Stato mezzo miliardo euro

Lotterie, l'ingresso di un Punto Snai.
Lotterie, l'ingresso di un Punto Snai. (Frame video ANSA)

ROMA. – Lo stop alle lotterie in Italia, deciso ieri dall’Agenzia delle Dogane e Monopoli, costerà allo Stato italiano una cifra stimata di circa mezzo miliardo di euro. Stando alle proiezioni dell’agenzia specializzata Agipronews, infatti, ogni giorno senza estrazioni si tradurrà in un mancato incasso di circa 25 milioni di euro.

Se, dunque, il provvedimento si limiterà al 3 aprile, e cioè alla scadenza del decreto sull’emergenza coronavirus firmato dal premier Giuseppe Conte, le perdite saranno di circa 325 milioni di euro, ai quali però vanno aggiunti i circa 200 milioni che arrivano dalla chiusura di sale slot, vlt e bingo decisa con il provvedimento del governo dello scorso 8 marzo.

 

Secondo le stime, che fanno riferimento ai dati dell’ultimo Libro Blu pubblicato dai Monopoli nel 2018 (il prossimo dovrebbe uscire ad aprile), il blocco di Lotto e Superenalotto “costerà” allo Stato complessivamente 7,3 milioni di euro al giorno. Lo stop a slot e Vlt costa, invece, 17 milioni al giorno, mentre le scommesse (comprese le virtuali) e il bingo fanno mancare complessivamente un milione al giorno.

Le nuove disposizioni, che servono per “limitare la diffusione del contagio” da coronavirus, rischiano ora di mettere la parola “game over” su un settore in ginocchio ormai da tempo.

“L’annus horribilis è cominciato con l’introduzione della tessera sanitaria che ha fatto perdere circa il 30% – spiega Stefano Zapponini, il presidente di Sistema Gioco Italia, l’associazione di Confindustria che rappresenta il settore del gioco -. Ora siamo di fronte ad una tragica pandemia. Nelle zone rosse è stato registrato un calo del 70% della raccolta, poi con il primo decreto siamo arrivati al 100%”.

Il settore, come sottolinea lo stesso Zapponini, è al “total ban” e “per questo – continua – abbiamo inviato una lettera al governo per chiedere l’introduzione di misure urgenti perché la domanda alla quale non riusciamo a dare una risposta è cosa ne sarà di una filiera da 160-180 mila dipendenti? Come ne uscirà da questa crisi?”.

Intanto, la Consulta Nazionale Antiusura Giovanni Paolo II ha lanciato la proposta di devolvere “tutto il jackpot dei premi ancora in palio oggetto della sospensione” in favore degli ospedali italiani per il contrasto del coronavirus. “Questa – si legge in una nota – è l’ora della solidarietà, questo è il momento di essere uniti, per eliminare anche per il dopo emergenza coronavirus ogni esperienza legata al mondo e all’industria delle scommesse”.

(di Domenico Palesse/ANSA)

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