Coronavirus: Conte firma il nuovo Dpcm sulle restrizioni, ma l’opposizione insorge

Il fermo immagine mostra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante la diretta Facebook, 21 marzo 2020.
Il fermo immagine mostra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante la diretta Facebook, 21 marzo 2020.

ROMA. – Un “assedio” di quasi 24 ore a Palazzo Chigi precede l’attesa firma di Giuseppe Conte del nuovo Dpcm sulla serrata dell’Italia.

Da un lato, infatti, parte l’attacco all’unisono del centrodestra che accusa il premier di agire da solo in una confusione di tempi e provvedimenti, mette nel mirino la sua comunicazione e chiede, ufficialmente, di essere ricevuta al Quirinale. Chiamando in causa il presidente su quello che in molti definiscono l’uso improprio del Dpcm che dribblerebbe le prerogative del Parlamento.

Dall’altro c’è Confindustria che, nelle ore della limatura del testo, innesca un’interlocuzione a dir poco vivace con il governo sulla lista di quali aziende sospendere e quali “salvare”. Alla fine saranno 80 le voci delle attività escluse dal Dpcm.

Il tam tam delle opposizioni trova la parziale sponda di Iv. E nel mirino finisce subito la comunicazione di Conte fatta sabato sera, diramata con un collegamento via Fb. “Basta show, quella di Conte è una comunicazione da regime”, protestano Lega, Fdi e FI.

E Renzi entra nella polemica. “Evitiamo di seminare il panico e di avere una comunicazione istituzionale che assomiglia a un reality”, sottolinea l’ex premier.

Accuse alle quali Palazzo Chigi risponde con nettezza. “In caso di importanti dichiarazioni pubbliche del Presidente i principali canali tv accedono attraverso collegamento diretto al segnale audio-video fornito dalla sala regia della Presidenza del Consiglio. Questo ha permesso di raggiungere un ampio numero di destinatari, ivi compresi le persone sorde e con ipoacusia”, si spiega.

Ma al centrodestra non basta rivendicando un ruolo maggiore nella gestione politica dell’emergenza. “Chiediamo ufficialmente al presidente Mattarella di convocarci. Vogliamo fortemente, con il cuore e con la testa, dare il nostro contributo”, è la richiesta di Matteo Salvini.

“Il governo non si confronta, il Colle ci ascolti”, gli fa eco Silvio Berlusconi.

Insomma, è un intervento coordinato quello del centrodestra che, secondo alcune fonti parlamentari, vuole soprattutto evidenziare come, al premier, la situazione stia sfuggendo di mano. Una tesi che potrebbe essere pre-condizione per la richiesta di un governo di salute pubblica quando l’emergenza sanitaria si sarà placata. Non a caso Salvini e, ancor di più Giorgia Meloni, chiedono la convocazione “immediata e a oltranza” del Parlamento.

La richiesta, per ora, al Colle non riceve risposta. Il capo dello Stato, si sottolinea al Quirinale, non risponde ad appelli via media e rispetta l’autonomia del Parlamento. E’ al suo omologo tedesco Frank-Walter Steinmeier che, invece, Sergio Mattarella risponde. “Mi auguro fortemente che alla Germania e agli altri Paesi sia risparmiato il doloroso percorso dell’Italia”, spiega il capo dello Stato rilevando come l’Ue si stia muovendo con “serietà a determinazione”.

A Salvini, invece, replica il presidente della Camera Roberto Fico annunciando, per la settimana prossima, un’informativa in Aula di Conte, rilevando l’importanza del confronto tra Parlamento e governo e ribadendo che “le Camere non hanno mai chiuso né chiuderanno”.

“L’attività legislativa non è mai stata limitata”, spiega a sua volta la presidente del Senato Elisabetta Casellati invitando, tuttavia, il premier ad avviare “un raccordo con le Camere finora mai attuato”.

Pd e M5S, annusando la possibile spallata delle opposizioni, fanno muro a Conte. “Il premier va ringraziato per il suo lavoro, verrà il tempo dello scontro ma ora basta polemiche”, sottolinea il capodelegazione Dem Dario Franceschini. “Le polemiche su Conte sono ingiuste, ora unità”, gli fa eco Luigi Di Maio.

Una compattezza, quella tra M5S e Pd, che sarà cruciale per portare in campo il decreto aprile, quello forse economicamente delicato. E, anche prima, il governo potrebbe estendere il golden power. “Siamo pronti ad uno per gli asset del Paese”, sottolinea il sottosegretario Riccardo Fraccaro.

(di Michele Esposito/ANSA)

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