New York chiude, anche la California in lockdown

Persone con mascherine per le strade di New York.
Persone con mascherine per le strade di New York. (ANSA)

WASHINGTON.  – Lo Stato di New York chiude per coronavirus, a partire dalla Grande Mela, la metropoli più dinamica del mondo e la città americana più colpita dal Covid-19. “State a casa il più possibile”, ha ammonito il governatore democratico Andrew Cuomo decretando da domenica il blocco di tutte le attività non essenziali e il divieto di assembramento per 19 milioni di abitanti, di cui 10 a New York.

Misure analoghe a quelle annunciate giovedì sera dal governatore della California Gavin Newsom, anche lui democratico, il primo a mettere in lockdown uno Stato americano, peraltro il più popoloso con i suoi 40 milioni di abitanti, nella previsione che oltre la metà si ammali nel giro di otto settimane.

É un blocco quasi all’italiana, per due Stati che insieme hanno più o meno gli stessi abitanti del nostro Paese. Ma Donald Trump per ora esclude una quarantena di tutti gli Stati Uniti: “Non penso che sarà necessaria. É stata decisa in California, a New York, che sono due punti caldi, ma se se voi andate nel Midwest o altrove, la situazione è diversa e non hanno gli stessi problemi”, ha rassicurato, mentre gli studenti in “spring Break” affollano le spiagge della Florida e il bollettino di guerra sale di giorno in giorno: l’ultimo parla di oltre 200morti e più di 17mila casi, quasi raddoppiati in 24 ore.

Il presidente ha però annunciato la chiusura temporanea, di comune accordo, del confine col Messico per i viaggi non essenziali, come quella già in vigore con il Canada.

La “serrata” di New York, l’icona del Paese, la città che non dorme mai, aumenta la paura dappertutto e diventa l’immagine di quello che potrebbe succedere presto in altre aree della nazione. “Abbiamo preso la misura più radicale possibile”, ha spiegato Cuomo, precisando che resteranno aperti i negozi di alimentari, le farmacie, gli operatori delle telecomunicazioni, i trasporti e i servizi pubblici, mentre i ristoranti potranno fare consegne a domicilio. Autorizzati anche corse e passeggiate solitarie, ma rispettando la distanza dagli altri di almeno due metri.

Le restrizioni potrebbero rimanere in vigore per mesi, ha avvertito il governatore, spiegando che le nuove disposizioni sono una legge: “Ci saranno multe e la chiusura obbligatoria per le attività che non si adeguano”. “Abbiamo chiesto agli internet provider di aumentare la capacità di dati e di farlo gratuitamente”, ha aggiunto. “Tutto questo avrà delle conseguenze negative anche per l’economia ma mi assumo la piena responsabilità delle decisioni”, ha detto, confermando un’autorevolezza cresciuta negli ultimi giorni.

Le vittime del coronavirus nello Stato di New York sono 35, mentre i casi positivi 7.102, di cui 4.408 nella Grande Mela. “Abbiamo aumentato il numero dei test e di conseguenza il numero dei casi aumenta”, ha spiegato Cuomo, sottolineando che rispetto a giovedì ci sono 2.950 nuovi casi.

L’emergenza è aggravata dal fatto che c’è ancora carenza di mascherine e respiratori, mentre già si pensa ad ospedali da campo in attesa anche della grande nave ospedale della Marina promessa dal presidente.

Nella sua consueta conferenza stampa alla Casa Bianca, durata quasi due ore, Trump ha cercato di rassicurare gli americani annunciando altre misure, tra cui il rinvio della scadenza per pagare le tasse dal 15 aprile al 15 luglio, la sospensione per due mesi del pagamento dei prestiti degli studenti, la cancellazione dei requisiti legati ai test scolastici.

Il tutto in attesa di un pacchetto da oltre 1.000 miliardi in discussione al Congresso, dove ha avuto una “buona conversazione” con il leader del democratici al Senato Chuck Schumer. Ma il tycoon continua a seminare false speranze, come quella sull’efficacia di un farmaco anti malaria, e a non dare il buon esempio di distanziamento sociale, parlando pubblicamente fianco a fianco con i membri della task force anti coronavirus.

E l’America comincia ad avere paura, come dimostrano la corsa agli acquisti di carta igienica e quella a vendere i Treasury: raccontano la stessa storia, una storia di panico, scrive il Financial Times.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)