Brasile: il virus avanza, proteste a suon di pentole contro Bolsonaro

Il presidente del Brasile Jair Bolsonaro
Il presidente del Brasile Jair Bolsonaro. (ANSA)

SAN PAOLO- Brusco risveglio per i brasiliani. Dopo che per settimane il presidente Jair Bolsonaro ha minimizzato e irriso con toni sprezzanti la pandemia di coronavirus, oggi il colosso sudamericano si risveglia con notizie che stanno allarmando la popolazione.

I primi due casi mortali, aumento dei contagi, ospedali insufficienti, mancanza di tamponi per i test e il governo che corre ai ripari chiedendo al Congresso di Brasilia di decretare lo stato di calamità nazionale per attingere risorse aggiuntive senza vincoli di bilancio.

Aumentano anche i contagiati all’interno del governo: è infatti risultato positivo al test anche il ministro per la Sicurezza nazionale Augusto Heleno, facendo salire a 16 il numero dei positivi al coronavirus tra i partecipanti all’incontro in Florida tra il capo di stato brasiliano e il presidente Usa Donald Trump, risultati entrambi negativi al test.

All’interno del governo aumentano anche le divergenze tra Bolsonaro e il ministro della Salute, Luiz Henrique Mandetta, un tecnico accusato dal capo dello Stato di diffondere il pánico tra la popolazione per aver dichiarato che “le prossime 20 settimane saranno molto dure”.

La diffusione interna del coronavirus è da oggi l’apertura di tutti i notiziari tv e dei siti online, che finora seguivano i contagi in Europa e, in particolare, in Italia. E con la diffusione dell’epidemia, sale anche lo scontento verso il governo Bolsonaro, criticato platealmente la notte scorsa con “panelacos”, rumorose proteste a colpi di pentole, a San Paolo, Rio de Janeiro, Belo Horizonte e Recife.

E stasera sono previste repliche. Preso in contropiede dalle proteste anche in zone considerate tradizionalmente suoi feudi elettorali, Bolsonaro oggi ha goffamente paragonato l’Italia al quartiere di Copacabana: “In ogni palazzo ci sono vecchietti…”, ha detto parlando ai giornalisti.

Lascia un commento