Da Spagna a Olanda, su lockdown in ordine sparso

Pochi viaggianti aspettano nella piattaforma della metropolitana di Londra alla stazione di Clapham Common.
Pochi viaggianti aspettano nella piattaforma della metropolitana di Londra alla stazione di Clapham Common. (ANSA(AFP/JUSTIN TALLIS)

ROMA. – Da una parte una minoranza di Paesi che hanno seguito l’esempio italiano, introducendo un lockdown con severe punizioni per chi infrange l’isolamento sociale. Dall’altro molti Stati che stanno introducendo graduali limitazioni sperando di non avere arrivare alle estreme conseguenze prima della fine dell’epidemia. Così, in ordine sparso, il mondo sta reagendo alla pandemia da coronavirus.

STATI IN LOCKDOWN – La Spagna è il Paese che più convintamente sta seguendo il modello Italia, avendo chiuso ristoranti, bar e tutti i negozi tranne quelli di pubblica necessità, e arrivando ad impiegare l’esercito per il controllo dei cittadini.

Da ieri sera anche il presidente francese Emmanuel Macron, che pure domenica aveva permesso lo svolgimento delle elezioni amministrative, ha deciso di ricorrere alle maniere forti, invitando tutti a restare a casa se non per necessità urgenti e sospendendo il secondo turno della consultazione, in un discorso in cui ha ripetuto più volte che la Francia è “in guerra”.

In lockdown sono anche la Repubblica Ceca e il Canton Ticino in Svizzera. Addirittura il coprifuoco, dalle 20 alle 5, è stato decretato nello Stato americano del New Jersey e a Manila, capitale delle Filippine. In Iran, tra i Paesi più colpiti, le autorità avevano fatto sapere che avrebbero impiegato le forze armate per “svuotare le strade”. Ma in realtà niente di tutto questo sembra per ora essere avvenuto.

STATI NON IN LOCKDOWN – I leader di diversi Paesi hanno lanciato appelli e adottato misure per limitare i contatti sociali, ma senza arrivare a conseguenze estreme. La Germania, per esempio, ha chiuso bar, discoteche, pub, cinema e teatri, ma i ristoranti possono rimanere aperti fino alle 18. In Gran Bretagna il primo ministro Boris Johnson sembra essersi convinto a fare una virata in senso restrittivo nelle ultime 24 ore, ma finora si è limitato a consigliare ai sudditi di Sua Maestà di non frequentare locali pubblici.  Ricevendo tra l’altro un pubblico rifiuto dal padre, il settantanovenne ex eurodeputato Stanley, il quale ha detto che continuerà a frequentare il pub.

Anche negli Usa il presidente Donald Trump, pur consigliando ai cittadini di non partecipare a raduni di più di 10 persone ed evitare bar e ristoranti, ha escluso per ora un lockdown a livello federale. Ma bar, ristoranti, cinema, palestre sono stati chiusi a New York e Los Angeles, mentre gli abitanti di  San Francisco sono invitati a uscire solo per necessità essenziali.

Infine, c’è il caso dell’Olanda, dove da domenica sono stati chiusi bar, ristoranti, bordelli e coffee shop dove si fuma cannabis. Ma dove oggi il primo ministro Mark Rutte ha spiegato il suo rifiuto di procedere ad un lockdown totale appellandosi alla teoria dell’immunità di gregge.

 

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