Coronavirus, vescovo di Bergamo: “Morti troppi sacerdoti”

Sacerdote assiste malato di coronavirus a Bergamo.
Sacerdote assiste malato di coronavirus a Bergamo. (ANSA)

ROMA. – A Bergamo stanno morendo, a causa del coronavirus, anche tanti sacerdoti. “Pur essendo noi molto numerosi il numero dei sacerdoti morti questa settimana e quello di coloro che sono ancora in una situazione particolarmente grave è veramente elevato”.

Lo ha riferito il vescovo di Bergamo, mons. Francesco Beschi, in un’intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Conferenza episcopale italiana. La città lombarda è una delle più colpite e sono numerosi i decessi avvenuti negli ultimi giorni.

“A conforto devo dire anche che questa settimana – ha detto ancora il vescovo di Bergamo – venti sacerdoti nel giro di qualche giorno sono migliorati notevolmente e altri sono già usciti dall’ospedale. Questo è un segno che ci conforta molto. Stiamo vivendo questa pena – ha aggiunto monsignor Beschi – condividendola con quella delle nostre comunità insieme al numero dei contagiati, dei malati e un elevato numero di morti. Non siamo separati dalla nostra comunità nemmeno nel passaggio della morte”.

“In questi ultimi quindici giorni – ha proseguito il vescovo di Bergamo parlando con l’emittente radio della Cei – ho visto una generosità crescente da parte di tutti. Oggi siamo nelle nostre case e vedo tessere dei legami di vicinanza veramente significativi. Dentro questo orizzonte è emersa la generosità dei sacerdoti con la sofferenza iniziale di non poter più celebrare la messa con i fedeli”.

Ma la vicinanza ai parrocchiani e ai fedeli provati da questa emergenza non è venuta meno. “Anche oggi, con tutte le dovute precauzioni, siamo vicini alla gente – assicura il vescovo della diocesi – nella consapevolezza che da un verso portiamo Gesù e dall’altro potremmo diventare portatori del virus. Sta crescendo molto la relazione attraverso media e social, adesso è l’unico modo che ci permette di essere vicino a tutti”.

“Bisogna fare attenzione – ha concluso Beschi – perché i tempi saranno ancora lunghi. Siamo passati da una certa indifferenza a una consapevolezza e comprensione reciproca maggiore. Adesso bisogna che questa condivisione si mantenga nelle prossime settimane”.