Banche italiane soffrono ma Bruxelles pronta agevolare credito

Cartello di una banca.
Cartello di una banca. (ANSA)

MILANO.  – L’emergenza Coronavirus rischia di mettere a dura prova le banche italiane. Per S&P è probabile che i nostri istituti siano i più colpiti dagli effetti diretti e indiretti della pandemia. La pressione sui ricavi, dovuta al  rallentamento del ciclo economico, e la moratoria sui prestiti  rende le banche ancora più vulnerabili tanto che Fitch ha rivisto l’outlook sul settore a negativo. Sia il Governo quanto l’Ue sono a lavoro.

Bruxelles è pronta a norme per agevolare il credito bancario per fare in modo ci sia la “liquidità adeguata per i prestiti a clienti”, ha assicurato la vicepresidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager mentre la vigilanza Bce ha annunciato flessibilità sul capitale e le ispezioni.

L’attenzione maggiore è soprattutto agli Npe che possono impattare su chi è stato meno attento alla pulizia o è in fase di ristrutturazione. Anche su questo ci si attende un occhio più benevolo delle autorità e misure di sostegno da parte del governo italiano.

Secondo Equita con la crisi attuale “il mercato ha incorporato una revisione cumulata del 25% degli utili dei prossimi 3 anni (di cui -35% solo nel 2020), scenario che è coerente con una probabilità di default di 2,2% nel 2020 che equivale a ipotizzare 46 miliardi di nuovi Npe nei prossimi due anni. Al di là di questo effetto va anche monitorata la tenuta dei piano di rientro delle esposizioni con concessioni (22 miliardi) e il tasso di migrazione da utp a npl.

C’è però chi è in grado di resistere più di altri agli shock. É il caso di quelle banche che possono contare su un forte capitalizzazione, elevata efficienza e vantaggi di scala. Un mix che hanno, secondo Equita, Unicredit, Intesa San Paolo e Mediobanca. La maggiore efficienza è un’arma in più per Ca’ de Sass soprattutto alla luce dell’ops lanciata su Ubi. Per Giovanni Razzoli che ha curato il report non è da escludere “che alcuni degli azionisti che inizialmente hanno espresso la loro opposizione all’operazione possano rivedere il loro punto di vista”.

Peraltro il titolo Ubi che già incorpora il premio del 28% previsto dall’offerta pubblica di scambio, è quello che ha perso di meno in questo periodo (-36% su una media di -50%). Inoltre il concambio è ancora più conveniente perché non vanno considerati i prezzi attuali ma quelli a cui fa riferimento l’offerta.

Passata l’emergenza potrebbe poi riprendere quota il risiko nel settore con Bper che potrebbe valutare concretamente  un’operazione con Mps, se quest’ultima dovesse chiudere con Amco sugli npl e stabilizzare i suoi rischi legali. Allo stesso tempo potrebbero guardare al consolidamento anche Sondrio e il Credem.

(di Fabio Perego/ANSA