Coronavirus: l’altra emergenza, l’elemosiniere in strada per gli ultimi

Un clochard addormentato su una panchina di un parco del centro di Milano.
Un clochard addormentato su una panchina di un parco del centro di Milano. Ansa/Daniel Dal Zennaro

ROMA. – In strada tra gli ultimi per informare e assistere – contro il Covid-19 – l’umanità sommersa, quella che vive sotto i ponti o in periferia nei palazzi occupati. A combattere la diffusione del coronavirus non ci sono solo i medici impegnati negli ospedali, ma anche quelli che girano sui marciapiedi e negli edifici fatiscenti spiegando a clochard, poveri, persone analfabete e prive di assistenza sanitaria come riuscire ad evitare il contagio.

Insieme a loro a Roma c’è Konrad Krajewski, l’elemosiniere del Papa che quasi un anno fa si batté per riattivare la corrente elettrica in un palazzo occupato nella Capitale. In prima linea c’è anche un’infettivologa, Lucia Ercoli, che assieme ad una squadra di trenta volontari dell’istituto di medicina solidale gira nei quartieri, sulle rive del Tevere o in baraccopoli e palazzi, per spiegare i rischi e le regole di comportamento nel caso di sintomi sospetti.

L’assistenza ai senza tetto è stata sollecitata anche dal commissario Angelo Borrelli. “In questi luoghi ci sono tante persone che non hanno accesso ai servizi sanitari e bisogna considerare che sono esposti alla possibilità di contagio più di altri, dato l’affollamento”, spiega Lucia Ercoli, che dopo essere stata nelle ultime ore all’interno delle occupazioni degli stabili alla Casilina, all’Anagnina e nell’ex albergo in zona Prenestina, è andata anche tra i senzatetto del colonnato di San Pietro.

Porta con sé dei volantini con dei disegni, cercando di usare il linguaggio più semplice possibile, di fronte a capi famiglia e bambini. “Tra loro – dice – ci sono tante persone analfabete e le immagini rendono meglio. Qui si tratta di inculcare le regole, come quella del lavarsi bene le mani e spesso. Per i più piccoli cerchiamo di farglielo capire come se fosse un gioco. Nei palazzi stiamo affiggendo anche dei poster con le indicazioni”.

Lucia ha attivato anche una sorta di ‘numero di emergenza’, che fa girare in un bigliettino nelle mani delle migliaia di persone che vede nell’arco di un’intera settimana: un cellulare sempre acceso a cui viene sempre fornita una risposta. “Ieri una signora che aveva una sospetta polmonite ha chiamato chiedendo aiuto – racconta – . Le ho detto come fare per attivarsi, magari le faranno un tampone”.

Con Lucia e la sua squadra di volontari c’è anche un ‘cardinale di frontiera’, Konrad Krajewski, l’elemosiniere del papa che da anni è impegnato per portare beni di conforto per i poveri. “Lui è la nostra guida, anche la sua forza ci dà il coraggio di andare avanti”, spiega il medico.

La missione anti Covid 19 riguarda anche i senzatetto, che per definizione non potranno mai rispettare le misure stringenti del decreto. Ma anche per loro c’è l’indicazione dell’infettivologa: “Gli dico si non spostarsi dai cartoni o dalle baracche di fortuna, del resto è quella la loro casa”.

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