Per Banca Mondiale una pandemia può costare 4,8% Pil

Persona con mascherina per proteggersi dal Coronavirus in piazza affari davanti all'ingresso della Borsa a Milano.
Persona con mascherina in piazza affari, davanti all'ingresso della Borsa di Milano. (ANSA/Mourad Balti Touati)

NEW YORK.  – Epidemie e pandemie possono devastare le economie: la Banca Mondiale stima che un’influenza mondiale pandemica della scala e della forza di quella del 1918 potrebbe costare all’economia moderna 3.000 miliardi di dollari, o il 4,8% del pil. Il costo sarebbe del 2,2% del pil per una influenza pandemica moderatamente virulenta.

Le stime, contenute in un rapporto congiunto del 2019 della Banca Mondiale e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e curato dall’organismo indipendente Global Preparedness Monitoring Board, non lasciano molto spazio all’immaginazione su quale potrebbe essere l’impatto del coronavirus sull’economia mondiale.

E sono in linea con quelle degli analisti che, solo fino alla settimana scorsa, ipotizzavano un conto da 2.700 miliardi di dollari, pari all’economia della Gran Bretagna. I n pochi giorni però la situazione almeno in Europa è profundamente cambiata, lasciando intravedere un costo maggiore. Senza contare che gli effetti del virus iniziano a farsi sentire solo ora negli Stati Uniti, dove ormai – secondo gli analisti – ci sono l’80% di chance di recessione. E con gli americani – che rappresentano il 70% dell’economia a stelle e strisce – che non comprano e la Cina, epicentro dell’emergenza, in difficoltà nelle produzione le conseguenze per l’economia mondiale non saranno trascurabili.

Paralleli con le precedenti pandemie comunque sono difficili da fare visto quanto il mondo è cambiato. Ai tempi della Sars, era il 2002, l’economia cinese valeva il 4% del pil globale, come ricordato dal direttore generale del Fmi Kristalina Georgieva nelle ultime settimane in varie interviste. Il pil della Cina vale ora il 18% di quello globale. Un cambiamento di peso che mostra le difficoltà di confronti con i precedenti casi di pandemie, le cui conseguenze maggiori sono sui paesi più deboli.

Nel rapporto del 2019 del Global Preparedness Monitoring Board si nota come le epidemie e le pandemie possono distruggere gli scambi commerciali e il turismo, che complessivamente rappresentano il 18% dell’economia globale. “Le chance si una pandemia globale stanno aumentando” avvertiva il rapporto, osservando come il “mondo non è pronto a una veloce pandemia”.

Nel 1918 con l’influenza spagnola pandemica si ammalò un terzo della popolazione mondiale, il 2,8% delle popolazione totale, con un bilancio di quasi 50 milioni morti. “Se un simile contagio si avesse oggi che la popolazione è quattro volte maggiore e ci si può spostare in giro per il mondo in meno di 36 ore” sarebbe a rischio la vita per 50-80 milioni di persone, avverte il rapporto.  “Oltre ai tragici livelli di mortalità, una pandemia così creerebbe panico, destabilizzerebbe la sicurezza nazionale e avrebbe un impatto serio sull’economia globale e gli scambi”.

Lascia un commento