Venticinque miliardi contro il Coronavirus, venerdì prime misure

Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri durante la conferenza stampa.
Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri durante la conferenza stampa. (FILIPPO ATTILI/UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI)

ROMA. – Venticinque miliardi. Per far fronte all’emergenza Coronavirus, il governo mette in campo più del triplo delle risorse ipotizzate neanche una settimana fa. Il premier Giuseppe Conte e il ministro Roberto Gualtieri annunciano per venerdì un decreto con prime misure per oltre 12 miliardi: le altre risorse saranno usate per step successivi.

L’emergenza si fa pandemia, le limitazioni ai movimenti dei cittadini crescono, crescono i contraccolpi economici: il governo mette in campo ogni mezzo possibile per farvi fronte. Lo fa in un clima di unità nazionale: il Parlamento all’unanimità autorizza l’esecutivo a spendere fino 25 miliardi, di cui 20 miliardi in deficit, anche a costo di sforare il tetto finora inscalfibile del 3% nel rapporto tra deficit e Pil.

Il Paese è “solido” e la tenuta dei conti “sostenibile”, assicura il ministro dell’Economia, ma l’emergenza è senza precedenti e bisogna fronteggiare le difficoltà di famiglie e imprese, con una “caduta del pil” che si prevede per “almeno due mesi”. L’annuncio fa scendere lo spread sotto quota 200, a 192 punti base.

E Conte questa volta sa di poter contare su una “grande apertura” dell’Ue: l’intero continente si prepara a fronteggiare la pandemia Coronavirus e Bruxelles, spiega, è pronta a fare “tutto quello che è necessario, con ogni strumento a disposizione”.

“Siamo tutti italiani”, conferma la presidente della commissione in un videomessaggio indirizzato al nostro Paese. Ursula Von Der Leyen avrebbe voluto essere a Roma ma poi opta per una videoconferenza con Conte e garantisce non solo “l’apertura” di Bruxelles alle richieste dell’Italia ma anche la necessità di “trarre lezioni dall’esperienza italiana”.

Scende in campo anche Angela Merkel, ora alle prese con l’emergenza nel suo Paese: in una situazione “straordinaria” va concessa tutta la “flessibilità” necessaria per sostenere l’Italia e il suo sistema sanitario, dice. Di “iniziative straordinarie europee” parla anche il commissario Paolo Gentiloni. Non solo misure a sostegno dell’economia: si lavora a una task force europea contro il diffondersi del contagio.

“Lo Stato non si dimentica di voi”, è il messaggio che intanto Conte invia sui social network agli italiani preoccupati per le ricadute dello stop imposto dal Coronavirus. Con il ministro dell’Economia, dopo un Consiglio dei ministri di primo mattino, annuncia al Paese che arriveranno venerdì misure che porteranno il deficit al 2,7% e interverranno su quattro direttrici.

Sostegno alla sanità, con circa 2 miliardi, e alla Protezione civile; sostegno al lavoro, con cassa integrazione speciale e congedi parentali, per far sì che “nessuno perda il lavoro a causa del virus; sostegno alla liquidità, a partire dai mutui di famiglie e imprese; interventi sulle scadenze fiscali, anche in preparazione di meccanismi di “ristoro di territori e imprese”.

In più si studia lo sblocco di investimenti e cantieri con supercommissari e il rinvio delle nomine al vertice delle società partecipate, con la proroga degli attuali dirigenti. “Prestissimo”, annuncia Conte, arriverà un commissario incaricato di gestire gli acquisti di dispositivi sanitari ma nessun “supercommissario”, nessuno che limiti i poteri delle Regioni, della protezione civile, dei ministri.

Sulle misure Conte annuncia nuovi tavoli con l’opposizione. In un Parlamento che si riunisce a ranghi ridotti e con i timori accresciuti dal primo deputato positivo al Coronavirus, tutti i partiti sanciscono l’unità nazionale, con un voto unanime (un solo astenuto, Vittorio Sgarbi) sia alla Camera che al Senato.

Il governo è autorizzato a usare un 1,1% di deficit ulteriore rispetto al 2,2% previsto: vuol dire arrivare, se servirà, fino al 3,3% di deficit (ma Gualtieri dice che potrebbe non servire, anche per effetto delle misure che l’Ue metterà in campo).

Il ministro spegne gli unici accenni di polemica in commissione sulla prossima firma del Mes e invita a non strumentalizzare, spiegando che l’Eurogruppo parlerà del Coronavirus, non del trattato.

Matteo Salvini tiene una vena polemica scommettendo che alla fine serviranno 100 miliardi e chiedendo al governo “più coraggio”. Giorgia Meloni chiede di “chiudere tutto”. Matteo Renzi, che invoca una zona rossa europea, torna a puntare il dito contro gli errori di comunicazione del governo. Ma l’unità nazionale regge: il governo prepara le misure.

(di Serenella Mattera/ANSA)

Lascia un commento