Erdogan avverte l’Ue: “Frontiere aperte fino a un accordo”

Migranti camminano vicino a Pazarakule al confine della Turchia con la Grecia.
Migranti camminano vicino a Pazarakule al confine della Turchia con la Grecia. (ANSA/ (AP/Darko Bandic)

ISTANBUL.  – Da Bruxelles era andato via senza dire una parola. Ma al rientro in patria dopo il faccia a faccia di lunedì con i vertici Ue, Recep Tayyip Erdogan torna ad alzare la voce e avverte: nulla è cambiato e nulla cambierà finché Ankara non otterrà ciò che vuole. Le porte dell’Europa restano quindi “aperte” per i migranti che vogliano provare a varcarle, chiarisce il presidente turco.

Anche se l’afflusso di profughi ai confini terrestri con Grecia e Bulgaria sembra essersi fermato e le partenze per le isole greche del mar Egeo rintuzzate dai suoi stessi guardacoste. “Finché tutte le aspettative della Turchia non verranno soddisfatte in modo tangibile, manterremo le attuali misure alle nostre frontiere”, ha comunque assicurato il leader di Ankara, citando tra le richieste all’Ue la “libertà di movimento” dei turchi in Europa, eliminando i visti, “la revisione dell’unione doganale e l’assistenza finanziaria”. La trattativa resta in salita.

Cruciale sarà l’incontro di martedì a Istanbul con Angela Merkel ed Emmanuel Macron. La data del vertice dei leader europei del 26 marzo, indicata dal ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu come possibile scadenza dei negoziati, appare molto vicina. Tanto più che le accuse turche alla Grecia si fanno sempre più dure. “Non c’è alcuna differenza tra quello che hanno fatto i nazisti e le immagini provenienti dalla frontiera greca. Sparare e usare ogni tipo di mezzo inumano contro persone innocenti, il cui solo obiettivo è salvare la propria vita e offrire un futuro migliore ai propri figli, è una barbarie”, ha attaccato Erdogan, dopo che le autorità elleniche avevano denunciato nuove manovre aggressive dei guardacoste di Ankara nell’Egeo.

Ma le accuse sui respingimenti di Atene piovono anche dalla stampa internazionale. Un’inchiesta del New York Times, basata su testimonianze e immagini satellitari, ha denunciato la presenza di “un sito segreto” nei pressi della frontiera turca usato dalle autorità elleniche per trattenere i migranti e poi respingerli illegalmente, senza che possano presentare richiesta di asilo. Per il quotidiano americano, questo “centro extragiudiziale è una delle varie tattiche che Atene sta usando per evitare il ripetersi della crisi migratoria del 2015”.

Ma il governo di Kyriakos Mitsotakis nega. “Non c’è alcun centro di detenzione segreto in Grecia. Tutto ciò che riguarda la sorveglianza delle frontiere, o che implica la sicurezza è trasparente”, ha replicato il suo portavoce, Stelios Petsas. Bruxelles chiede però ad Atene di indagare su eventuali “pratiche illegali o violenze”.

Intanto domani, a una settimana dalla prima visita al confine con la Turchia, tornerà in Grecia la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, accompagnata dalla commissaria per gli Affari Interni Ylva Johansson. Una missione per dare seguito alle misure di sostegno già annunciate e affrontare la drammatica situazione degli oltre 5.500 bambini e adolescente non accompagnati presenti nei centri di accoglienza sulle isole greche.

(di Cristoforo Spinella/ANSA)

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