Biden tenta la fuga, è duello con Sanders in Michigan

L'ex vicepresidente americano Joe Biden (C) con sua moglie Jill (D) durante il "Supertuesday".
L'ex vicepresidente americano Joe Biden (C) con sua moglie Jill (D) durante il "Supertuesday". (ANSA)

WASHINGTON.  – Prove di fuga verso la nomination per Joe Biden, che vincendo le primarie in Michigan potrebbe blindare la sua candidatura alla Casa Bianca lasciando a Bernie Sanders poche chance di rimonta. Il duello tra l’ex vicepresidente americano e il senatore socialista rischia così di finire prima ancora di cominciare, e prima ancora dell’attesa sfida in tv tra i due programmata per domenica sera.

Sei gli Stati Usa in cui nella notte si contano i voti, al termine di un “mini Supertuesday” che potrebbe già chiudere i giochi in casa democratica. Ma è lo Stato del Midwest quello che conta davvero, quello che con i suoi 125 delegati in palio potrebbe aprire le porte per una vittoria nelle prossime settimane in Stati chiave della stessa regione, come l’Ohio, l’Illinois, il Wisconsin. Gioco, partita incontro, insomma, considerando anche il vantaggio nei sondaggi accumulato da Biden in altri Stati clou come la Florida e la Pennsylvania.

Le previsioni della vigilia davano l’ex vicepresidente nettamente in testa in Michigan, un vantaggio a doppia cifra nonostante Sanders abbia lavorato a lungo per ripetere l’impresa del 2016, quando a sorpresa strappò il Michigan a Hillary Clinton. Difficile però che lo scenario si ripeta.

Più facile invece l’en plein per Biden, che si avvia a vincere anche negli altri due Stati del Midwest recatisi al voto: il Missouri (68 delegati in palio) e il North Dakota (14). Profumo di vittoria per l’ex vicepresidente anche in Mississippi (36 delegati), a conferma della sua supremazia negli Stati del sud dove a contare enormemente è il voto degli afroamericani.

Dovesse perdere anche nel Sesto stato al voto nel mini Supertuesday, quello di Washington (89 delegati), uno dei più progressisti del Paese, per Sanders la nottata elettorale si trasformerebbe in una vera e propria debacle. Anche se qui per i risultati si rischia di dover aspettare giorni, a causa dell’emergenza coronavirus che fa di Washington uno degli Stati finora più colpiti e con il maggior numero di decessi.

La conta dei delegati per ora vede Biden in testa con i 670 finora conquistati contro i 574 di Sanders. In ballo ci sono poi i delegati assegnati a Pete Buttigieg (26), Amy Klobuchar (7) e Michael Bloomberg (61), tutti ritiratisi dalla corsa e che hanno dato il loro endorsement a Biden. Endorsement che invece non è arrivato a Sanders da Elizabeth Warren, che ha lasciato in eredità 69 delegati.

Un brutto colpo per il senatore socialista il mancato appoggio della collega dell’ala progressista del partito. Con i moderati che alla fine sono stati gli unici in grado di coalizzarsi attorno ad un candidato. Per assicurarsi la nomination democratica servono almeno 1.991 delegati.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)