Presto “misure vigorose”. Governo valuta più deficit

Due signore guardano la vetrina di un negozio di abbigliamento.
Due signore guardano la vetrina di un negozio di abbigliamento. (ANSA)

ROMA.  – Fermare il virus ed evitare “danni permanenti all’economia” con un interventi “tempestivi e vigorosi”. Se sarà necessario anche facendo ricorso a più deficit rispetto a quanto il governo ha chiesto con la risoluzione che il Parlamento deve votare mercoledì. Le prossime ore saranno cruciali, anche per valutare l’espandersi del contagio che oggi ha superato i 9mila casi e l’impatto económico dell’estensione delle misure restrittive a tutta l’Italia.

Per fare il punto il premier, Giuseppe Conte, riunisce i capidelegazione insieme al ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, mentre domani affronterà il nodo della gestione dell’emergenza anche con i capi di Stato Ue in teleconferenza.

Bruxelles valuterà le conseguenze “della quarantena”, assicura il vicepresidente della commissione Ue Valdis Dombrovskis, mentre la presidente Ursula von der Leyen, spiega che già al prossimo Ecofin di metà mese saranno valutate tutte le leve della flessibilità e delle regole sugli aiuti di Stato per aiutare i Paesi a fronteggiare la crisi sanitaria.

Nel giorno più nero per i mercati, con lo spread che torna ai livelli della crisi di agosto (chiude a 227 punti), e in cui il contagio supera i 9 mila casi, il ministero dell’Economia prova a lanciare un messaggio tranquillizzante, assicurando che ci si sta muovendo in tempi rapidi sia per contenere l’epidemia sia per tamponarne gli effetti sulle attività economiche, grazie ad “adeguate” misure di sostegno a famiglie, imprese e lavoratori.

Misure che dovrebbero arrivare già mercoledì, dopo che il Parlamento avrà votato, con numeri contingentati per ridurre il rischio contagio ma probabilmente all’unanimità, il via libera al finanziamento in deficit degli interventi. Nella relazione già inviata al Parlamento si chiede di portare il rapporto deficit-Pil dal 2,2% al 2,5% , per mettere in campo misure che varranno 7,5 miliardi (e 6,3 di indebitamento). Ma già si teme che le risorse possano non bastare e nelle file dell’esecutivo c’è chi definisce “inevitabile” il ricorso a maggior deficit.

Il governo “farà tutto quello che servirà. Se serviranno cifre superiori, chiederemo al Parlamento scostamenti su cifre superiori” dice il viceministro all’Economia Antonio Misiani, spiegando che prima si faranno i conti dei fondi necessari per “ammortizzatori sociali, moratoria dei mutui, meccanismi di indennizzo per i settori maggiormente colpiti” poi “si va in Parlamento per costruire di conseguenza la manovra economica”.

Tra le misure in cantiere, il viceministro Dem cita anche una “ampia moratoria” sui prestiti, che potrebbe tradursi in un rafforzamento del Fondo di Garanzia per le Pmi e in uno stop alle rate dei mutui prima casa per 18 mesi per le famiglie.

Tra le priorità, assicura il ministero del Lavoro, c’è quella di garantire forme di congedo straordinario alle famiglie che devono gestire i figli a casa da scuola, probabilmente ben oltre il 15 marzo. Il pacchetto con le tutele per i lavoratori, che comprende anche maggiori risorse per gli ammortizzatori social e la copertura di tutte le imprese che non possono ricorrere alla Cassa integrazione con la Cig in deroga, dovrebbe valere circa 2,5 miliardi.

Per i congedi finora si sono ipotizzate tre fasce, con la garanzia del 100% della retribuzione per i redditi più bassi. Ma si lavora per tutelare anche gli autonomi, cui potrebbe anche essere estese la sospensione di tasse e contributi, e anche per garantire indennizzi a chi ha perso fette importanti di fatturato (si ipotizza almeno il 25%).

E la coperta è corta, considerando che stanno lievitando anche le risorse da destinare alla sanità. Le misure approvate salvo intese all’ultimo consiglio dei ministri di venerdì notte, che dovevano viaggiare insieme alle norme urgenti per la giustizia, potrebbero invece confluire nel decreto económico anti-coronavirus.

(di Silvia Gasparetto/ANSA)

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