Kamikaze vicino ambasciata Usa a Tunisi, morto un agente

Agenti di polizia vigilano la zona dell'attentato a Tunisi.
Agenti di polizia vigilano la zona dell'attentato a Tunisi. (Il Faro Online)

TUNISI.  – Una fortissima esplosione ha scosso questa mattina il quartiere residenziale della capitale tunisina, Berges du Lac II, nei pressi dell’ambasciata statunitense, facendo ripiombare Tunisi nella paura del terrorismo.

Due uomini carichi di esplosivo, a bordo di una moto, si sono fatti esplodere ad un check point presidiato dalle forze di sicurezza tunisine nei pressi una rotonda che porta alla rappresentanza diplomatica Usa, uccidendo un agente, ferendone altri quattro, oltre ad una donna che stava guidando un’autovettura.

L’esplosione è stata così forte che i brandelli dei corpi dei due attentatori sono stati ritrovati a centinaia di metri di distanza, “anche la moto era carica di esplosivo”, ha detto il responsabile della sezione antiterrorismo della procura, Sofiene Sliti. É stato invece lo stesso ministro dell’Interno, Hichem Mechichi, nel porgere le condoglianze ai familiari della vittima e lodare il comportamento degli agenti, a chiarire fin da súbito che l’obiettivo dell’attacco era la polizia tunisina e non l’ambasciata dando una chiave di lettura “locale” dell’attentato.

Gli attentatori, infatti, rapidamente individuati dall’antiterrorismo, sono due giovani del posto, uno del 93, uno del 91, conosciuti dalle forze dell’ordine, già condannati per reati di terrorismo, e colpiti da provvedimento S-17, di divieto di espatrio.

Si è trattato di “un attentato fallito” ha detto il portavoce del ministero dell’Interno Khaled Hayouni alla radio Mosaique Fm, precisando che “il modus operandi di questo attacco dimostra il suo lato arbitrario e come gli attentatori suicidi si facciano esplodere a caso”.

Era dal 27 giugno 2019 che Tunisi non subiva un attentato terroristico, quando due eventi in rapida successione messi in atto sempre da kamikaze, causarono la morte di un agente ed il ferimento di 8 persone, tra cui diversi civili.

Al di là dei toni trionfalistici delle autorità, l’attentato odierno riporta il tema della lotta al terrorismo in cima alla lista delle priorità del nuovo governo del premier Elyes Fakhfakh, già alle prese con impegnative sfide di carattere economico e sociale. Preoccupano infatti le ricadute economiche dell’attacco su un settore vitale per l’economia tunisina, come quello turistico, per una stagione preannunciata come promettente dopo lo straordinario risultato degli oltre dieci milioni di visitatori dello scorso anno.

L’Unione europea, attraverso le parole dell’ambasciatore in Tunisia, Patrice Bergamini, ha condannato fin da súbito l’attentato e ribadito il suo sostegno al Paese, unico ad essere uscito indenne dalle cosiddette primavere arabe, sottolineando che continuerà a lavorare instancabilmente con le autorità tunisine nella lotta contro il terrorismo e il radicalismo.

Condanna espressa anche dalla Farnesina, che in una nota ha sottolineato che l’Italia riafferma la sua vicinanza alle istituzioni e al popolo tunisino e ribadisce il suo forte impegno nella lotta al terrorismo, al fianco della Tunisia e in favore della stabilità e sicurezza della comune regione mediterranea.

Di certo, si tratta di una battaglia quanto mai fondamentale anche per i paesi confinanti e per tutti quelli che si affacciano sul Mediterraneo.

(di Paolo Paluzzi/ANSA)

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