Istat vede nero. Moody’s peggio, Italia in recessione

Operai al lavoro all'interno di uno stabilimento tessile del napoletano, in un'immagine d'archivio
Operai al lavoro all'interno di uno stabilimento tessile del napoletano, in un'immagine d'archivio. (ANSA/ CIRO FUSCO)

ROMA.  – L’emergenza sanitaria in corso ha accresciuto le probabilità di un forte rallentamento dell’economia. L’Istat vede nubi in arrivo. Ci sono stati Segni di flessione nell’ultimo trimestre del 2019 e una riduzione degli occupati a gennaio di quest’anno, ma – è l’allarme lanciato tra le righe – ci si aspetta un ribasso dell’attività legata alla diffusione del contagio da Coronavirus e alle misure per il contenimento di questo contagio.

Anche Moody’s è pessimista: “l’economia italiana è probabilmente in recessione”, scrive l’agenzia di rating prevedendo una probabile contrazione del Pil nel primo trimestre, e tagliando – nello scenario di base dell’evoluzione del coronavirus – a -0,5% la stima di crescita per il 2020, dal precedente +0,5%. Nello scenario peggiore, che prevede un impatto più prolungato del coronavirus, la stima per l’economia italiana arriva a -0,7%.

Intanto a gennaio le vendite al dettaglio sono rimaste stabili rispetto a dicembre in valore (+0,1% in volume) mentre sono avanzate dell’1,4% rispetto a gennaio del 2019 , ma il mese oggetto della rilevazione non ha risentito ancora dell’emergenzasanitaria anche se il contagio era probabilmente già iniziato.

La Confesercenti calcola che le perdite legate ai mancati consumi possano essere di circa quattro miliardi entro giugno con il rischio che aumentino se l’emergenza dovesse proseguire.

“L’economia italiana – scrive l’Istat – si affaccia a questa fase di forte instabilità con livelli di attività che, nell’ultimo trimestre del 2019, hanno mostrato diffusi segni di flessione. Nel quarto trimestre, il prodotto interno lordo ha registrato una variazione congiunturale negativa pari allo 0,3%.

A gennaio c’è stata una diminuzione degli occupati e un aumento dei disoccupati e degli inattivi rispetto a dicembre. mentre a febbraio l’inflazione complessiva ha manifestato un nuovo rallentamento. In questo mese gli indici di fiducia, non incorporando ancora le reazioni alla piena manifestazione del contagio di Covid-19 in Italia, hanno registrato per i consumatori un peggioramento diffuso a tutte le componenti con una flessione marcata del clima futuro.

“Lo scenario a breve termine della nostra economia – spiega l’Istat – rimane caratterizzato da prospettive di persistente debolezza dei livelli di attività economica. Anche questo indicatore non riesce ancora a stimare gli effetti legati all’emergenza sanitaria in corso”.

I dati sulle vendite al dettaglio rispetto a dicembre sono positive per i beni alimentari, in aumento sia in valore sia in volume (+0,8%), mentre quelle dei beni non alimentari sono negative con un calo dello 0,4% in valore e dello 0,3% in volume.

Rispetto a gennaio 2019 a gennaio si registra una crescita complessiva delle vendite dell’1,4% in valore e dell’1,3% in volume, con una crescita soprattutto per i beni alimentari (+1,9% in valore e +1,1% in volume). Si conferma la crescita tendenziale delle vendite al dettaglio nella grande distribuzione (+2,3%) e la diminuzione per le imprese operanti su piccole superfici (-0,2%). Conferma anche per il buon andamento delle vendite on line con il commercio elettronico che cresce del 15,8% su gennaio 2019.

(di Alessia Tagliacozzo/ANSA)