Lieberman inguaia Netanyahu: “Indicherò Gantz premier”

Il nazionalista laico Avigdor Lieberman leader del partito Beitenu parla nel parlamento israelita Knesset in Gerusalemme. (ANSA- EPA/ABIR SULTAN)
Il nazionalista laico Avigdor Lieberman leader del partito Beitenu parla nel parlamento israelita Knesset in Gerusalemme. (ANSA- EPA/ABIR SULTAN)

TEL AVIV.  – L’ago della bilancia del voto israeliano sembra aver scelto: il nazionalista laico Avigdor Lieberman è intenzionato a raccomandare al presidente Reuven Rivlin l’incarico di governo al leader centrista Benny Gantz di Blu-Bianco. Una tegola per il premier Benyamin Netanyahu che vede sfilacciarsi sempre di più la vittoria riportata lunedì scorso dal suo Likud, menomata tuttavia dal mancato raggiungimento da parte della coalizione di destra della soglia dei 61 seggi su 120 alla Knessset necessari per avere la maggioranza.

Secondo i dati della Commissione centrale elettorale certificati oggi, il blocco delle destre si è fermato infatti a 58 seggi contro i 55 del centrosinistra (partiti arabi compresi). Nel mezzo c’è Lieberman che dispone di 7 preziosissimi seggi. Ma l’ex ministro della Difesa (in un precedente governo Netanyahu) oggi sembra aver passato il Rubicone come non aveva fatto invece nelle due precedenti tornate elettorali al termine delle quali si era limitato a caldeggiare un governo di unità nazionale tra il Likud e Blu-Bianco senza sbilanciarsi da una parte o dall’altra.

Ma c’è di più: a marcare la svolta in quello che appariva l’ennesimo stallo politico, Lieberman ha annunciato anche l’appoggio alla proposta di legge di Gantz che mira ad impediré che un deputato incriminato possa diventare premier. Ovvero il cittadino Netanyahu che, il 17 marzo prossimo, dovrà affrontare la prima udienza del processo che lo vede imputato a Gerusalemme per corruzione, frode e abuso di potere. Le due mosse sono strettamente legate: il sostegno a Gantz da parte di Lieberman porta la coalizione di centrosinistra (una volta risolta la questione della partecipazione dei partiti arabi alla maggioranza) ad un totale di 62 seggi, uno in più della maggioranza richiesta, e lascia la destra a 58.

Questo, hanno spiegato gli analisti, consentirebbe a Rivlin di dare l’incarico per primo a Gantz – anche se il Likud ha più seggi (36) di Blu-Bianco (33) – per formare il governo. Una maggioranza di 62 seggi avrebbe inoltre maggiori chance di far passare la legge anti Netanyahu e di avere anche, a questo scopo, un cambio nella presidenza della Knesset, ora appannaggio di Yuli Edelstein del Likud.

Quanto tutto questo possa tradursi da strategia in realtà non è facile prevederlo, anche perché resta aperta la spinosa questione di un appoggio da parte dei partiti arabi a Gantz, finora inedita. Rivlin dovrà dare l’incarico entro il 17 marzo (il giorno dell’udienza di Netanyahu) o anche prima: lì si vedrà.

E non va sottovalutata la grande capacità di Netanyahu di fronteggiare le crisi e risalire la corrente, come ha dimostrato alle ultime elezioni quando in molti lo davano per spacciato. Ma certo la scelta di campo di Lieberman – se sarà confermata – è un rompicapo forse irrisolvibile. Anche per Bibi “il Mago”.

(di Massimo Lomonaco/ANSAmed)

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