Cresce fatturato delle Tv ma il futuro è via internet

Uno studio televisivo della RAI
Uno studio televisivo della RAI. (ANSA)

MILANO. – Cresce il fatturato del settore radiotelevisivo ma il futuro sono i servizi via internet. É questa la fotografia scattata dall’area studi di Mediobanca, analizzando i dati relativi al 2018. Tra gli operatori privati europei si impongono quelli statunitensi (Sky, Disney, Discovery, Viacom, Fox Networks) che hanno registrato un fatturato superiore a quelli a controllo italiano (Mediaset, La7), chiudendo il 2018 rispettivamente a 4 miliardi di euro (+8% sul 2017) e 3,5 miliardi (-6%).

Il settore radiotelevisivo italiano ha registrato un giro d’affari pari a 9 miliardi, in crescita dell’1,8% rispetto al 2017. L’incremento riguarda sia la Tv in chiaro (+0,4%), sia quella a pagamento (+2,9%) e, soprattutto, la radio (+6,7%). Invariato il peso sul Pil nazionale, pari allo 0,5%. In Europa il giro d’affari è pari a 100,3 miliardi nel 2018 (+2%). A crescere è soprattutto la TV a pagamento (+4,3%).

Il grupo Mediaset, unico broadcaster italiano che opera anche all’estero, si conferma primo operatore (3,4 miliardi, -6,5%) grazie ai ricavi ottenuti in Spagna (1 miliardo). Completano il podio Sky (3,2 miliardi, +12%) e Rai (2,6 miliardi, -1,7%), entrambe davanti a Mediaset considerando i soli ricavi nazionali.

Non arrivano buone notizie sul fronte della raccolta pubblicitaria che l’anno scorso ha visto un calo generale dello 0,9%. Ad appesantire il settore è la televisione (-5,3%) il cui calo è parzialmente compensato dalla radio (+1,7%). Per il 2020 le stime non si discostano dall’andamento dell’anno scorso anche se gli eventi sportivi del 2020, tra i Giochi Olimpici di Tokyo e il campionato europeo di calcio, potrebbero dare un’accelerazione alla pubblicità. Intanto sono in forte crescita i servizi via internet con Amazon, proprietaria di Prime Video, intenzionata a investire nella produzione di nuovi contenuti italiani e Disney pronta a lanciare in Italia dal 24 marzo 2020 la piattaforma streaming Disney+.

La proliferazione di nuovi contenuti renderà, inoltre, fondamentale il ruolo degli aggregatori. Da questo punto di vista Sky Italia e Tim sembrano essere avvantaggiate sulla concorrenza. Secondo le previsioni ITMedia Consulting, nel 2021 la Broadband Tv (la televisione tramite internet, ndr) diventerà la piattaforma leader per diffusione in Italia superando anche il digitale terrestre e raggiungendo 9,2 milioni di abitazioni rispetto ai 5,9 milioni del 2019. Un traguardo che vedrà scendere sotto il 90% dei ricavi totali televisivi nazionali la quota dei tre maggiori operatori.

Grazie soprattutto a fusioni, acquisizioni e alleanze, si prevede poi che il mercato video on demand in Europa Occidentale supererà nel 2022 la quota di 10 miliardi di euro di giro d’affari totale, con tassi di crescita a doppia cifra (+12%).

Il report di Mediobanca analizza anche i costi sostenuti dai contribuenti per le televisione pubblica. L’Italia vanta il canone più basso in Europa, inferiore anche alla media (0,25 euro al giorno per abbonato contro una media europea di 0,372). Molto più costose per i contribuenti la Tv pubblica tedesca (0,58 euro giornalieri), quella britannica (0,46) e la francese (0,38). Dal 2015 al 2019, fra i maggiori Paesi europei, solo l’Italia ha ridotto il canone; la Gran Bretagna l’ha incrementato del 6,2% e la Francia del 2,2%, stabile quello tedesco.

Nel 2019 la quota del canone ordinario incassata dalla Rai è stata pari a circa l’83% del totale (percentuale inferiore alla media europea dell’89,5%), ovvero 74,4 euro dei 90 euro pagati annualmente da ogni abbonato.

(di Massimo Lapenda/ANSA)

Lascia un commento