Scoperti nomi di 12 mila nazisti rifugiati in Argentina

Parte del documento scoperto dall'investigatore argentino Pedro Filipuzzi sui nazisti.
Parte del documento scoperto dall'investigatore argentino Pedro Filipuzzi sui nazisti. (Ilfattoquotidiano)

ROMA.- Un documento con l’elenco dei nomi di circa 12.000 presunti nazisti arrivati in Argentina negli anni ’30, molti dei quali sono sospettati di aver trasferito ingenti somme di denaro in conti bancari in Svizzera. Lo ha portato alla luce l’ong statunitense Centro Simon Wiesenthal. “Riteniamo che questi conti, a lungo inattivi, contengano denaro saccheggiato dalle vittime ebree”, ha denunciato l’organizzazione.

L’investigatore argentino Pedro Filipuzzi ha condiviso con il Centro un elenco di circa 12.000 nomi, molti dei quali hanno contribuito a uno o più conti bancari presso la Schweizerische  Kreditanstalt, divenuta poi la banca Credit Suisse.

L’organizzazione spiega che negli anni ’30 l’Argentina “accolse una crescente presenza nazista”. Nel 1938, il presidente Roberto Ortiz istituì la Commissione speciale per la ricerca di attività anti-argentine, “principalmente per de-nazificare l’Argentina”, spiega l’organizzazione. “Fino al 1938, tuttavia, vi era una cifra ufficiale di 1.400 membri del Nsdap/Ao (il Partito Socialista Nazionale Tedesco/Organizzazione Straniera), con sede in Argentina, 12.000 membri sostenitori della Union Alemana de Gremios (l’Unione tedesca dei sindacati) e altri 8.000 affiliati ad altre organizzazioni naziste”.

L’ong racconta che la Commissione speciale sequestrò l’intera serie di documenti su queste organizzazioni in un raid all’Union Alemana de Gremios. Tuttavia, nel 1943, “il pro-nazista Gruppo degli ufficiali uniti prese il potere e sciolse la Commissione speciale”, bruciando i documenti. Ma Filipuzzi ha scoperto, in un vecchio magazzino, una copia originale delle liste con i 12.000 nomi.

In una lettera al vicepresidente del Credit Suisse, Christian Küng, il Centro ha dichiarato che “riteniamo molto probabile che questi conti dormienti detengano denaro saccheggiato da vittime ebree, ai sensi delle leggi sull’arianizzazione di Norimberga degli anni ’30”. Il Centro ha richiesto l’accesso agli archivi del Credit Suisse per risolvere la questione per conto dei sopravvissuti all’Olocausto.

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